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Italia e Cina: 50 anni di relazioni bilaterali diplomatiche

Italia e Cina: 50 anni di relazioni bilaterali diplomatiche

cina e italia: solidarietà e amicizia ai tempi del coronavirus

Il 2020 è l’anno in cui Italia e Cina celebrano 50 anni di relazioni bilaterali diplomatiche. Per tutta l’antichità i due Paesi hanno avuto contatti non ufficiali, tramite scambi culturali ed economici. A 50 anni dalla stipula formale, l’amicizia tra i due Paesi è solida e lo dimostrano i recenti aiuti inviati dalla Cina all’Italia per contrastare l’emergenza sanitaria in cui il nostro Paese si trova.

SOMMARIO:

Introduzione

Quest’anno si celebrano i 50 anni di relazioni bilaterali diplomatiche tra Italia e Cina. Si tratta di un traguardo simbolico, che funge da stimolo e volàno di nuove opportunità per espandere la dimensione istituzionale e quella economica, intensificare le collaborazioni tra imprese, scuole, università e, più in generale, tra i due popoli.

Oltre a celebrare i 50 anni di relazione, il 2020 è anche l’anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina; e tra gli altri appuntamenti importanti, ricordiamo la Riunione Congiunta del Comitato Governativo Italia-Cina, di cui si terrà a Pechino la decima sessione. Date le evidenti difficoltà in cui il mondo si trova in questo momento, ci auguriamo che la situazione si ristabilizzi al più presto.

Storia relazione

Gli italiani furono tra i primi in Europa ad avviare scambi commerciali con la Cina. La Via della Seta univa queste due antiche civiltà e permetteva frequenti scambi economici e culturali tra di esse, promossi da personaggi come Marco Polo, Matteo Ricci e Giuseppe Castiglione.

Dopo la fondazione della Repubblica Popolare Cinese (RPC) nel 1949, l’Italia riconosceva formalmente solo la Repubblica di Cina (Taiwan), rendendo incompatibile la sussistenza di rapporti formali con la RPC. Tuttavia, negli anni Sessanta, la Cina cominciò a stabilire relazioni economiche, culturali e politiche non ufficiali con l’Italia.

Nel gennaio 1969, il Ministro degli Esteri Pietro Nenni annunciò l’intenzione di intraprendere un negoziato per la normalizzazione delle relazioni con la Repubblica Popolare cinese. Le relazioni bilaterali tra Italia e Cina hanno ufficialmente inizio il 6 novembre 1970, una data che segna l’avvio di una lunga fase di collaborazione.

XXI Secolo

Nel 2004, Roma e Pechino hanno siglato il “partenariato strategico globale”, ampliando le collaborazioni dall’ambito strettamente bilaterale – che comprendono commercio e finanza, cultura, scienza e tecnica, e il settore turistico – a quello globale, con la trattazione di questioni multilaterali, il rapporto UE-Cina e tematiche come lo sviluppo sostenibile e la pace.

Nel corso degli ultimi anni, l’intensità del dialogo tra i vertici esecutivi dei due Paesi e il flusso di visite a livello apicale e governativo hanno rafforzato l’interazione istituzionale e reso possibili molteplici iniziative in diversi settori. Inoltre, sono stati costituiti strumenti per garantire continuità al rapporto bilaterale. Tra questi vi sono il Comitato Governativo Italia-Cina; la Commissione Mista economica; il Forum culturale bilaterale e il Business Forum.

Il 23 Marzo 2019, Luigi Di Maio – allora Vice Presidente e Ministro – ha firmato tre Memorandum d’Intesa su Commercio elettronico, Startup e – quello più discusso – sulla “Belt and Road Initiative” (BRI). Gli obiettivi che l’Italia si è posta con partecipazione alla BRI – nota anche come Nuove Vie della Seta – sono principalmente: incremento dell’export verso il mercato cinese; coinvolgimento di aziende italiane per la realizzazione di progetti infrastrutturali lungo le Vie della Seta; inclusione dei porti italiani nelle rotte del commercio internazionale.

Cooperazione economica e commerciale

In base ai dati Eurostat riportati da infoMercatiEsteri, nel 2018 i rapporti commerciali tra Italia e Cina hanno registrato un interscambio di 43,9 miliardi di euro. L’Italia si è confermata quarto fornitore della Cina tra i Paesi europei. Le esportazioni hanno ammontato a 13,2 miliardi di euro, riportando un calo del 2,4% sul 2017; mentre le importazioni sono state pari a circa 30,7 miliardi – un incremento del 8.1% sull’anno precedente.

Le dinamiche export e import hanno prodotto per l’Italia un deficit commerciale di 17,6 miliardi di euro nel 2018 (circa +18% rispetto all’anno precedente).

L’Italia ha esportato principalmente macchinari, strumentazione, autovetture, abbigliamento, prodotti farmaceutici e agroalimentari; dalla Repubblica Popolare Cinese ha importato specialmente prodotti tessili e dell’abbigliamento, prodotti chimici, componenti meccanici ed elettronici.

I prodotti Made in Italy nel settore alimentare sono molto apprezzati e associati a una buona qualità della vita secondo il report a cura dell’Ambasciata italiana in Cina, l’Italia è il primo fornitore di cioccolato e pasta; il secondo di olio d’oliva, acque minerali e vini frizzanti; il terzo per vini imbottigliati e caffè.

Sebbene non siano ancora stati pubblicati i dati del 2019, dopo la firma del Memorandum d’intesa i benefici per l’Italia sono parsi poco chiari. Le esportazioni italiane verso la Cina sono diminuite rispetto all’anno precedente e i prodotti che hanno ricevuto il nulla-osta da Pechino sono concentrati nel settore alimentare per prodotti non lavorati o semi-lavorati (arance, carne bovina e suina, riso) e non riguardano i confezionati a maggior valore aggiunto nazionale.

La vera forza del Made in Italy comprende anche gli importanti settori manifatturieri della meccanica e dei macchinari.

Finanza e investimenti

Dal punto di vista finanziario, l’Italia risulta la terza destinazione di Investimento Diretto Estero nell’Unione Europea: nel periodo tra il 2000 e il 2018 la Cina ha investito 15,3 miliardi di euro. I primi due Paesi destinatari delle acquisizioni cinesi sono stati Gran Bretagna (46,9 MLD) e Germania (22,2 MLD).

Turismo e Istruzione

Turismo e istruzione sono due tra i capisaldi del Piano d’Azione per il rafforzamento della cooperazione economica, commerciale, culturale e scientifico-tecnologica tra Italia e Cina 2017-2020 firmato dal Premier cinese Li Keqiang e dall’allora Presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni nel maggio 2015.

Nel 2018, l’Italia è stata il terzo Paese in Europa visitato da turisti cinesi; Roma la seconda città più scelta. La Cina ha rappresentato infatti l’undicesimo Paese d’origine di turisti in Italia con una media annua di cinque milioni di visitatori. Lo scambio turistico tra Italia e Cina è stato in forte crescita anche durante tutto il 2019. Le aspettative per quest’anno erano molto alte: il 2020 sarebbe dovuto essere l’anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina, sfortunatamente non ancora cominciato a causa dell’emergenza Coronavirus.

Per quanto riguarda l’istruzione, nell’anno accademico 2017-2018 gli studenti cinesi hanno rappresentato il 9% sul totale degli studenti stranieri in Italia. I programmi di scambio Marco Polo e Turandot della Fondazione Italia-Cina svolgono un ruolo importantissimo per l’incremento della presenza di studenti cinesi nelle università italiane. Le facoltà che ricevono il maggior numero di studenti sono state ingegneria industriale, architettura e ingegneria delle costruzioni, design, mediazione linguistica, economia e gestione aziendale.

Partenariato bilaterale e Covid-19

Sebbene ci sia stato un primo segnale di chiusura da parte del nostro Governo verso il dragone ferito, il Presidente Mattarella ha ricucito i rapporti con la Cina: prima ha inviato un messaggio al presidente Xi Jinping; poi ha visitato la scuola frequentata dai figli della Chinatown romana; infine è stato organizzato un concerto straordinario al Quirinale per l’anno della cultura e del turismo Italia-Cina, con la presenza dell’ambasciatore cinese.

Il dialogo è rimasto aperto e il supporto verso l’Italia è stato consistente. La Cina ha inviato a Roma un team di medici esperti e materiale sanitario per fronteggiare la situazione ad oggi critica. Il Presidente Xi ha inviato un messaggio a Mattarella in cui ha assicurato che Pechino è “disposta a collaborare e fornire assistenza”, in quanto “solo attraverso unità e coordinamento l’umanità può affrontare vari rischi e sfide a livello globale”

Conclusioni

Il potenziale del partenariato tra i due Paesi – ancora ampiamente inespresso – è vastissimo; entrambe le parti hanno ricche opportunità da offrire in svariati ambiti. Se sfruttato in modo equo, le dimensioni economiche raggiunte dalla Cina negli ultimi anni potrebbero giovare molto all’Italia e all’Europa, sia istituzionalmente che economicamente.



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