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La Cina nel WTO tra riforme e malcontento occidentale

La Cina nel WTO tra riforme e malcontento occidentale

Cina ingresso WTO

L’11 Dicembre cade l’anniversario dell’ingresso della Cina nel WTO. Cosa racconta della Cina di oggi e perché è stata una scelta che fa ancora discutere?

Quindici anni di riforme economiche

Manca ormai poco alla fine di un anno particolarmente ricco di occasioni che ricordano le tappe che hanno segnato la storia della Repubblica Popolare Cinese. Se infatti nel 2019 abbiamo scritto dei settant’anni della Repubblica e dell’ingresso della Cina nelle Nazioni Unite, ci ritroviamo oggi a riflettere su un altro importante anniversario: i 18 anni dall’ingresso cinese nell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO).

Correva l’11 Dicembre 2001 quando la Repubblica Popolare Cinese, grazie al rush finale del Presidente Jiang Zemin e del Primo ministro Zhu Rongji, concludeva un iter di accesso durato quasi quindici anni.

Dalla metà degli anni ’80 fino all’ingresso nel WTO, la Cina si è trovata costretta ad adattare la sua economia per far fronte ai requisiti di accesso all’organizzazione, agendo principalmente su tre settori dell’economia:

  1. la determinazione dei prezzi dei beni, passando da un sistema altamente centralizzato ad uno dettato dalle leggi economiche;
  2. la proprietà privata, abbandonando l’idea dello stato come principale attore economico a favore di una società dove lo stato, pur rimanendo guida e forza propulsiva dell’economia, concorre insieme alle forze private;
  3. le riforme sugli investimenti esteri che in pochi decenni hanno portato la Cina a diventare leader mondiale delle esportazioni.

L’esplosiva crescita economica cinese

Dopo l’adesione al WTO, la Cina ha registrato una crescita commerciale esplosiva guidata in parte dalla riduzione delle barriere tariffarie. Negli ultimi 18 anni, il commercio cinese delle merci è passato da 516,4 miliardi di dollari a 4,1 trilioni, e mentre nel 1992 l’aliquota tariffaria media ponderata della Cina era del 32,1% contro il 7,2% del resto del mondo, oggi la Cina si attesta al 3,83%, in linea con Stati Uniti (1,66%) e Unione Europea (1,79%).

Il dibattito oggi

L’adesione di Pechino al WTO ha deluso le aspettative di gran parte dell’occidente. Infatti, fu l’allora presidente Bill Clinton a convincere il Congresso americano che l’eventuale ingresso cinese avrebbe portato la RPC a conformarsi maggiormente alle regole delle economie liberali. Tuttavia oggi, diciotto anni dopo, le speranze di Clinton vengono messe in dubbio da un’America che si sente minacciata dalla crescita cinese, e dove il dibattito sulla Cina nel WTO è più acceso che mai.



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