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Le State-Owned Enterprises: il futuro del mercato cinese

Le State-Owned Enterprises: il futuro del mercato cinese

due ingranaggi, state-owned ed enterprise, che devono incastrarsi per far funzionare il meccanismo

Le State Owned Enterprises, ovvero le imprese di proprietà del governo centrale cinese, attraverso politiche di supporto all’economia interna, dal 2018 ad oggi hanno ottenuto dei successi rimarchevoli e stanno guidando la Cina attraverso il lungo percorso della via della seta. Durante il 2019 però il trend di crescita è stazionario.

Che cosa sono le state-owned enterprises?

Le imprese che interagiscono nel panorama del mercato mondiale spesso sono di natura statale. In questo caso, così come sostiene il Public Finance Management Act 1 of 1999 (PFMA), si può parlare di state-owned enterprises (SOE) ovvero entità legali create dal governo di un paese per intraprendere attività commerciali in specifici settori. Per quanto riguarda il sistema di tassazione, le SOEs sono interamente di proprietà statale e di conseguenza i profitti appartengono allo stato che potrebbe averne accesso chiedendo una distribuzione dei dividendi.

La crescita delle SOEs

Nel 2018 le state-owned enterprises in Cina hanno ottenuto dei risultati storici con elevati ricavi e profitti. Infatti, stando ai dati riportati dalla SASAC (State-owned assets supervision and administration commission of the state council), le imprese controllate dal governo centrale hanno prodotto ricavi per RMB 29,1 trilioni (USD 4,3 trilioni) migliorando del 10,1% rispetto al 2017 e ottenendo un profitto netto di RMB 1,2 trilioni.

Il successo delle SOEs è dovuto in larga parte all’intervento statale. Il governo ha supportato la crescita economica interna attraverso una serie di misure, tra cui il taglio dei costi, e ha contribuito a stabilizzarla migliorandone l’efficienza. Per questa ragione sembra che le state-owned enterprises rappresentino il futuro del mercato cinese.

Il confronto impari con le imprese private

Se da una parte le SOEs configurano una realtà economica in crescita e quanto meno solida, dall’altra il settore privato sta accusando i colpi del sorpasso del settore pubblico. Infatti, gli imprenditori privati si trovano in grave difficoltà a finanziare la propria attività e pagare i debiti causati da un accesso limitato al credito oppure da un costo eccessivo dei prestiti. Per questa ragione nel 2017 le imprese private hanno registrato un record storico nel default del debito.

Le difficoltà maggiori per il settore privato derivano dalla diffidenza delle banche cinesi che si dimostrano più inclini a fornire fondi alle imprese statali piuttosto che a quelle private. Ciò dipende dalla percezione secondo cui il pagamento dei debiti delle SOEs è implicitamente garantito dal governo, mentre quelli del settore privato non lo sono.

La linea economica interna cinese è chiara: sono preferibili e più aiutate le imprese statali. Alla luce di questa propensione, sia gli USA sia l’UE hanno sottolineato come i benefici di cui godono le SOEs, ad esempio il monopolio in alcuni settori e un finanziamento a basso costo, producano distorsioni del mercato creando ulteriori svantaggi non solo per le imprese private cinesi, ma anche straniere.

A tal proposito Pechino ha caldeggiato l’idea della neutralità competitiva. In questo contesto le imprese private e le imprese di proprietà statale sarebbero state in grado di competere equamente; a supporto di questa proposta si è parlato di strumenti per aiutare la competizione come sovvenzioni, tasse, strumenti commerciali e via discorrendo.

La neutralità competitiva non è sufficiente

Nonostante la neutralità competitiva apparentemente risulti un compromesso accettabile, numerosi analisti ritengono che sia difficile rendere significative le riforme a supporto di questa proposta, considerato che le aziende statali stanno producendo degli ottimi profitti.

Tuttavia, la Banca Centrale Cinese ha introdotto delle misure volte a ridurre i costi finanziari per le imprese private facendo un passo avanti per supportare il finanziamento delle obbligazioni e per far aumentare la disponibilità dei fondi per le imprese più piccole.

Secondo Larry Hu, capo della Greater China Economics presso il Macquarie Group, la politica di supporto è nettamente migliorata rispetto a quando non esisteva affatto. Ritiene, infatti, che l’aiuto fornito alle imprese private dovrebbe essere utile per far aumentare i loro margini di profitto. Tuttavia, sostiene che la sola politica di supporto non possa risolvere tutti i problemi legati alla ricerca di finanziamenti.

La decrescita nel 2019

Da maggio 2017 fino a giugno 2019, le SOE hanno registrato una crescita costante e significativa ad ogni trimestre. In seguito all’altalenante guerra commerciale con gli USA, però, si sono iniziati a registrare i primi cali. Infatti, se fino al 2018 le SOE avevano beneficiato della grande campagna di Pechino per raccogliere investimenti in funzione della BRI, nel giugno del 2019 hanno subito un considerevole rallentamento; a quanto rendeva noto l’istituto di statistica e ricerca cinese (Nbs) questo si attestava intorno al 3,1%.

Nei primi sette mesi del 2019 i profitti delle imprese statali hanno registrato una perdita dell’1,7% pari a USD 494,03 miliardi, riducendo di conseguenza i profitti fino all’8,1% rispetto all’anno precedente. Al contrario, i profitti delle imprese private sono aumentati fino al 7%.



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