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Quinto Plenum: il nuovo modello di sviluppo

Quinto Plenum: il nuovo modello di sviluppo

Quinto Plenum: il nuovo modello di sviluppo

Lo scorso 29 ottobre si è concluso il quinto Plenum del PCC, durante il quale è stato delineato il nuovo modello di sviluppo economico per il 14° piano quinquennale. Le parole d’ordine sono sviluppo interno, hi-tech e doppia circolazione. Ma soprattutto, “Vision 2035”.

SOMMARIO:

Il Plenum

Tra il 26 e il 29 ottobre 2020, si è tenuto il il V Plenum del 19° Comitato Centrale del Partito Comunista. Dopo il Congresso Nazionale, si tratta di uno tra i più importanti incontri politici del Partito Comunista Cinese (PCC).

Come di consuetudine, l’incontro si è svolto a porte chiuse, per poi rilasciare un comunicato stampa (CH) alla conclusione dei lavori. Il Plenum riunisce (semi) annualmente il Comitato Centrale del PCC, organo senior di indirizzo politico del partito, per determinare le priorità di governance per l’anno a venire e sovrintendere sul sistema socialista della nazione.

Quest’anno, i lavori si sono concentrati sulla valutazione del precedente Piano, e soprattutto definire i target per il 14° piano quinquennale (2021-2025). I piani quinquennali contengono le politiche prioritarie a supporto dello sviluppo economico a medio e lungo termine, e ne definiscono gli obiettivi.

Il Plenum, oltre ad essere un organo di orientamento politico, è occasione per esercitare l’allineamento partitico e dare un esempio di governance collettiva. Pertanto, i target presentati per il 14° piano quinquennale sono perlopiù generali. Nei prossimi mesi, i lavori passeranno infatti alla Commissione per lo Sviluppo Nazionale e le Riforme, che probabilmente rilascerà dettagli più precisi rispetto alla sua implementazione. Il Piano verrà poi approvato ufficialmente a marzo 2021 dal Congresso Nazionale del Popolo (organo legislativo della RPC).

I target delineati durante il quinto Plenum fanno parte di un nuovo modello di sviluppo per l’economia cinese. Gli obiettivi del 14° Piano indicano infatti una rinnovata riflessione sulla necessità di ridurre l’ineguaglianza sociale, investire sullo sviluppo tecnologico e reagire all’incertezza dei mercati internazionali. Di seguito i più significativi.

Nuovi target per la crescita economica

A differenza dei piani quinquennali precedenti, in sede del quinto Plenum non ci sono state menzioni di target specifici per la crescita del PIL nei prossimi 5 anni, tradizionalmente uno dei dati più significativi contenuti nei piani. Questo è però in linea con il già mancato annuncio degli obiettivi di crescita per l’anno 2020, a seguito delle Due Sessioni dello scorso maggio. I mancati target di crescita sembrano indicare un’ulteriore prova della volontà del governo cinese di orientarsi su una crescita più sostenibile e orientata alla qualità, rispetto che ai numeri. Infatti, il focus del Comitato Centrale si è spostato più sul dato del PIL pro capite. Obiettivo del 14° Piano è infatti innalzare il PIL pro capite al livello di una nazione moderatamente sviluppata entro il 2035.

Questo cambiamento è confermato dalla rinnovata attenzione data alle politiche a sostegno dell’occupazione. Inoltre, è riflesso nell’impegno preso, per i prossimi cinque anni, di innalzare i redditi urbani e (soprattutto) quelli rurali attraverso il rafforzamento del sistema educativo e del sistema di previdenza sociale. Inoltre, è stata annunciata una nuova riforma sui diritti di proprietà, di particolare rilevanza per gli agricoltori nella Cina rurale.

Autosufficienza tecnologica

Ancora una volta, è stata posta la priorità sull’innovazione tecnologica come motore dello sviluppo economico. A segnalare l’ingresso della Cina in una nuova fase dello sviluppo trainato dai consumi interni piuttosto che dagli export, il plenum ha posto l’high-tech al centro del nuovo Piano quinquennale. Infatti, per la prima volta dalla fondazione della RPC, il 14° Piano quinquennale avrà un intero capitolo dedicato allo sviluppo tecnologico. In particolare, è stata citata l’autosufficienza tecnologica come “supporto strategico” fondamentale allo sviluppo economico nazionale. Entro il 2035, la Cina si impegna a raggiungere significative svolte in settori tecnologici chiave. Han Wenxiu, direttore dell’Ufficio della Finanza Centrale e della Commissione per l’Economia ha infatti dichiarato che solo attraverso lo sviluppo tecnologico è possibile ottenere uno sviluppo economico e sociale di qualità.

L’annuncio assume speciale rilevanza in luce delle nuove misure statunitensi di esclusione di alcune aziende cinesi dal mercato USA, e dalla conseguente legge cinese di restrizione delle importazioni. Verranno infatti controllate le importazioni di prodotti speciali da paesi che minacciano le esportazioni cinesi con leggi ad hoc su controlli delle esportazioni.

“Doppia Circolazione”

Nel quinto Plenum si ripresenta la “Doppia Circolazione”, concetto introdotto per la prima volta dal presidente Xi Jinping in occasione delle Due Sessioni. La strategia delineata nel quinto Plenum, prevede un nuovo modello di sviluppo a supporto della transizione da un’economia trainata dalla domanda interna più che dagli export. Il concetto implica l’esistenza di un ciclo economico interno ed uno internazionale. Il bilanciamento dei due cicli, tramite la “Doppia Circolazione” dovrebbe garantire la crescita economica, nonostante le sfide del mercato interno e internazionale. Particolari punti di criticità sono stati individuati nel global decoupling, nella diminuzione della globalizzazione e nello squilibrio dello sviluppo interno.

Infatti, l’insistenza sull’aspetto dell’autosufficienza è da intendersi anche come volontà di affrancarsi dell’incertezza del mercato internazionale. Tuttavia, dal Plenum si riafferma l’apertura cinese al commercio e agli investimenti internazionali, infatti il nuovo paradigma politico non è da intendersi come un passo indietro rispetto all’apertura economica. In particolare, il decoupling dagli Stati Uniti è stato dichiarato “irrealistico”, in linea coi dati in rialzo (+16%) del commercio tra RPC e USA nel terzo semestre del 2020.

Vision 2035

In conclusione, nonostante il focus sul 14° piano quinquennale 2020-2021, gran parte dei target risultanti dal Plenum presentano una scadenza a 15 anni piuttosto che cinque. Questo è da ascriversi all’integrazione del Piano nella più ampia “Vision 2035”. Questo progetto si prefigge il raggiungimento del traguardo di “grande nazione socialista moderna”, trainata dal mercato interno, hi tech e green economy. Vision 2035 segue il precedente obiettivo di raggiungere una “società moderatamente prospera” entro il 2021, dichiarato raggiunto dai media statali quest’anno. Entrambe le politiche di bandiera si ascrivono al più grande obiettivo di Xi di diventare un “paese socialista moderno prospero, forte, democratico, culturalmente avanzato e armonioso” entro il 2049, per il centenario dalla fondazione della Repubblica Popolare Cinese.

Gli obiettivi su medio e lungo termine delineati dal quinto Plenum del PCC, seguono un nuovo modello di sviluppo basato sull’equilibrio dello sviluppo interno, hi-tech e doppia circolazione. Si pongono inoltre a metà strada tra il centenario della fondazione, con i conseguenti obiettivi politici di lungo termine da raggiungere entro l’anniversario. Inoltre, la loro scadenza potrebbe coincidere con la (possibile) nomina del successore di Xi, che tuttavia rimane una speculazione.



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