La plastica in Cina
Il consumo della plastica in Cina è così eccessivo che anche il suo stesso riciclaggio è diventato un problema. Vivo in Cina da molto tempo, ma non mi ero mai posta il problema di dove andassero a finire i numerosi rifiuti.
In Cina non faccio alcun tipo di raccolta differenziata, compro spesso il caffè in contenitori usa e getta e i frullati alla frutta con la cannuccia di plastica. La mia vita in oriente non è proprio ecologicamente corretta e spesso scuso me stessa dicendo che non è facile comportarsi diversamente in un paese in cui la plastica è la protagonista indiscussa nella quotidianità di molte persone.
Lo spreco della plastica
L’uso della plastica abbonda, un po’ come nella maggior parte dei paesi del sud est asiatico, ma con la differenza che la Cina è tutt’altro che un paese sottosviluppato.
Ogni giorno è inevitabile comprare e sprecare plastica: dal bar al supermercato la plastica abbonda. Ad esempio l’utilizzo di applicazioni come 饿了么(e.le.me) è molto popolare in Cina e rappresenta un’altra grande fonte di spreco di rifiuti in plastica.
Spesso mi sono trovata a rifiutare piccole buste di plastica offerte anche quando non sono necessarie; molte volte mi sono sentita in colpa nel bere caffè da enormi bicchieri completamente in plastica. Mi sono resa conto di sprecare moltissima plastica senza sapere dove va a finire.
I collezionatori di plastica
A Hangzhou non esiste una vera e propria raccolta differenziata: in centro città da pochi anni a questa parte hanno messo alcuni cestini della spazzatura che dividono i rifiuti tra “riciclabili” e “non riciclabili”, ma per esperienza so che pochissime persone rispettano tale divisione. Le grandi metropoli cinesi, come Pechino e Shanghai, sono però sempre in perfetto ordine: non ho mai visto luoghi con le strade trasandate o piene di sporcizia.
La raccolta e lo smistamento dei rifiuti sono in realtà ben organizzati. Non è raro incontrare in Cina persone che rovistano tra i rifiuti in cerca di bottiglie di plastica, oppure carta e cartone. Una bottiglia di plastica vale poco più di un centesimo e molte di queste persone vivono solo di questo misero lavoro, girovagando per la città in cerca di plastica da portare al centro di riciclaggio più vicino in cambio di denaro.
La contea di Wen An
Ho letto un articolo che parla di una piccola contea al nord della Cina situata nella provincia dello Hebei: la contea di Wen An è famosa per esser il maggior centro di smercio e riciclaggio della plastica in Cina. Nel 2006 la Cina aveva 60.000 piccoli business familiari dediti al riciclo della plastica, di cui circa 20.000 provenivano solamente dalla contea di Wen An.
Per farsi un’idea della vita di queste famiglie che vivono dietro il riciclo della plastica, consiglio la visione del documentario “Plastic China” del 2016, che rivela un volto della Cina che non è molto noto. Questi centri di riciclaggio si trovano spesso nelle periferie delle città, molte campagne sono ormai enormi e grigie discariche.
Importazione della plastica in Cina
Fino al 2017, la Cina importava circa il 72% dei rifiuti in plastica mondiali. Un business molto redditizio perché questi rifiuti potevano essere usati per produrre e rivendere manufatti di plastica riciclata. Tuttavia, con l’aumento della produzione globale di plastica la quantità dei rifiuti è letteralmente esplosa ed in parallelo la loro qualità media è andata peggiorando, tanto da renderne sempre più difficile e meno vantaggioso il riciclaggio in particolare per la Cina.
La sua massiva attività di riciclaggio è costata cara all’ambiente e alla salute dei suoi cittadini. Da Gennaio 2018 la Cina ha posto delle restrizioni sul commercio dei rifiuti in plastica, mandando in tilt molti dei suoi principali esportatori, come Europa e Stati Uniti, creando così un’emergenza nell’emergenza visto che la maggior parte dei rifiuti che non trovano una destinazione vanno a finire in mare o sottoterra.
I piccoli cambiamenti fanno la differenza
Non so quanto potrà essere utile girare con una borraccia invece che comprarsi una bottiglietta d’acqua al supermercato, oppure prendere l’autobus invece del taxi. Sono gesti così piccoli che dovrebbero sorgere spontanei a tutti, specialmente vedendo quel che abbiamo fatto e stiamo facendo al nostro pianeta.
Abbiamo la possibilità di informarci, come ho detto all’inizio. Facciamolo assimilando le giuste nozioni e provando a cambiare quotidianamente in meglio, sarà pur sempre come una minuscola goccia d’acqua pulita in un oceano che tra qualche anno avrà più plastica che pesci.
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Fonti:
Aspirante scrittrice che attualmente studia Storia dell’Arte cinese alla China Academy of Art di Hangzhou. Laureata a Ca’ Foscari in studi cinesi, nutro da sempre un forte interesse per la Cina. Appassionata di fotografia e d’arte ed autrice del blog perquelchenesoio.com .