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Vendere in Cina: tasse in dogana

Vendere in Cina: tasse in dogana

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Quali sono le tasse che si pagano alla dogana per esportare prodotti in Cina? Cos’è l’imposta sul consumo? Cos’è la Vat?

Vendere i propri prodotti in Cina è l’obiettivo di tantissimi imprenditori: riuscire ad introdursi nel più grande mercato del mondo significa offrire beni e servizi ad un mercato di quasi un miliardo e mezzo di persone. Vendere in Cina, però, non è semplice per nessuno. Anche i grandi brand del lusso come Versace si sono trovati in difficoltà nel mercato cinese per negligenza comunicativa e conoscenza superficiale del mercato cinese. Oltre alla barriera culturale e comunicativa, quando si entra nel mercato cinese bisogna anche tenere conto di una serie di aspetti che potrebbero rallentare, se non impedire il tuo ingresso in Cina. In un articolo dedicato, abbiamo esplorato alcuni degli aspetti cruciali, come la proprietà intellettuale, la burocrazia, le licenze di importazione e le truffe.

Infine, ci sono anche degli ostacoli di tipo economico. Con questo articolo cercheremo di capire quali tasse bisogna pagare in dogana per esportare in Cina.

SOMMARIO

Panoramica: quali tasse bisogna pagare

Come nel caso dell’importazione dalla Cina, anche esportare in Cina sottopone l’imprenditore al pagamento di alcune tasse. Le principali sono:

  • dazi doganali
  • la VAT
  • l’imposta sul consumo

Questi dazi sono un lontano ricordo per le transazioni effettuate all’interno del mercato unico europeo, cioè dei Paesi che hanno aderito al mercato libero all’interno dell’Unione europea, abolendo tasse di ogni sorta. La Cina, essendo chiaramente un paese extra europeo, non ha eliminato le tasse all’importazione o all’esportazione. Tuttavia, come membro del WTO dal 2001, applica un trattamento privilegiato a tutti i Paesi aderenti all’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC – WTO in inglese), inclusa l’Italia.

I dazi doganali

Questa tipologia di tassa va direttamente a beneficio del governo di Pechino ed è calcolata sulla base di aliquote differenziate a seconda del tipo e dell’origine del bene esportato. Per l’Italia, quale Paese appartenente all’Organizzazione mondiale del commercio, si applicano aliquote di importazione ridotte rispetto a quella generale. Ulteriori riduzioni tariffarie sono previste in via generale sulla base di quote tariffarie per un numero limitato di prodotti tra cui farina, mais, riso, zucchero, lana, cotone e fertilizzanti. La scelta della tariffa doganale da applicare spetta all’ufficio doganale presso il quale si effettua la dichiarazione di esportazione. Sarà questo ufficio, quindi, a stabilire quale dazio applicare.

La VAT

La Vat, è la Value Added Tax, che corrisponde, in buona sostanza, alla nostra Iva. Questa viene calcolata secondo tre aliquote diverse che cambiano in base al prodotto; per la maggior parte dei beni essa è pari al 17% (in Italia è del 22%!) del valore della merce aumentata del dazio doganale. In altre parole, la base imponibile su cui calcolare la Vat è composta dal valore del prodotto + dazi doganali. Il valore del prodotto aumentato dei dazi doganali corrisponde al cosiddetto valore in dogana del prodotto.

Imposta sul consumo

Chi intende esportare in Cina, oltre a dazi e Vat, deve pagare anche l’imposta sul consumo. L’imposta sul consumo è una particolare tassa che si paga solamente per prodotti ritenuti non necessari, cioè che non sono di primaria importanza. Sono soggetti all’imposta sul consumo, tra gli altri:

  1. alcol;
  2. cosmetici;
  3. gioielli;
  4. pneumatici;
  5. motocicli;
  6. petrolio;
  7. yachts;
  8. orologi di lusso;
  9. tabacco.

L’imposta sul consumo corrisponde ad un’accisa gravante sia sui beni esportati che su quelli venduti sul territorio nazionale. La sua determinazione si basa su un sistema che fa riferimento sia al valore che alle quantità, oltre a prevedere aliquote che variano a secondo del tipo di prodotto, dall’1% fino addirittura al 40%.



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