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Fintech e pagamenti digitali in Cina: una lezione per l’Italia

Fintech e pagamenti digitali in Cina: una lezione per l’Italia

Fintech e pagamenti digitali in cina

La Cina abbraccia i pagamenti digitali, mentre in Italia si fa ancora fatica a pagare con la carta di credito in alcuni esercizi fisici: cosa possiamo imparare dall’industria fintech cinese?

Pagamenti digitali in Italia: a che punto siamo?

Nelle ultime settimane è nuovamente esploso in Italia il dibattito sulla necessità di introdurre agevolazioni per lo sviluppo dei pagamenti digitali. In Italia continua la diatriba tra contante VS digitale. Temi come gli alti costi per gli esercenti e la difficoltà per le persone più anziane di abbracciare l’evoluzione tecnologica sono ricorrenti. È bene provare ad allontanare il proprio sguardo dal dito che indica una luna fatta di opportunità di sviluppo e crescita economica rappresentate dalla fintech, settore della tecnologia applicata agli strumenti finanziari.

Ancora una volta a venirci in aiuto è la Cina. Vero e proprio leader mondiale del settore, la Cina vanta la più alta penetrazione dell’industria fintech nella vita quotidiana. Infatti, secondo Ernst & Young, l’87% dei cinesi si affida quotidianamente a servizi fintech per pagare, gestire il proprio conto in banca, o richiedere un prestito. Non bisogna stupirsi che in Cina la maggiorparte delle transazioni avvenga tramite QR code.

Lo sviluppo dei pagamenti digitali e dei servizi fintech in Cina

Sono proprio i pagamenti digitali ad aver fatto da traino nella nascita di un mercato dal valore di 111,8 miliardi di USD. Nella sola Cina, il fintech attrae il 47% degli investimenti globali.

All’inizio degli anni 2000 la Cina era un paese prevalentemente cash-centrico. Tuttavia, i primi siti di e-commerce avevano la necessità di svilupparsi attraverso un sistema di pagamento che fosse diverso dal diffuso contrassegno. Fu così che, anche grazie ad una legislazione favorevole, aziende come Alibaba e Tencent svilupparono soluzioni di pagamento mobile come AliPay e WeChat Pay.

Oggi queste due applicazioni sono diventate delle vere e proprie piattaforme smartlife. Con Alipay e WeChat è possibile fare di tutto: prenotare una visita medica, chiamare un taxi, acquistare biglietti del cinema; con tutti i vantaggi che comporta una tecnologia mirata sul consumatore individuale.

Oggi AliPay e WeChat dominano il mercato fintech in Cina con i loro servizi di pagamenti digitali. In Cina, nel 2016, i soli pagamenti mobile rappresentavano il 71% del totale dei pagamenti, per un valore di 5,5 trilioni di USD. Tuttavia, negli ultimi cinque anni, l’industria fintech cinese è entrata in una nuova fase, spostandosi dai pagamenti allo sviluppo dei servizi di internet banking e prestiti.

La cinese Ant Financial, la più grande società fintech del mondo sussidiaria di Alibaba (per intenderci, la stessa società di AliPay), offre servizi in ambiti come il public welfare, i servizi medici e finanziari, il gaming, i trasporti e l’online shopping. Non c’è attività quotidiana che in Cina non possa essere fatta tramite i servizi di Ant Financial, una vera e propria finlife che combina consumi e business con la vita di tutti i giorni.

Lo scenario del fintech in Cina

Le principali aziende cinesi si trovano in città di prima fascia, come Shanghai, Pechino, Guangzhou e Shenzhen, veri e propri poli tecnologici in grado di attrarre investimenti e innovazione. Tra le start up più famose in ambito fintech troviamo:

Aibao Technology, azienda che integra prodotti assicurativi e servizi digitali e che sta trasformando il business assicurativo con piattaforme self-service orientate ai consumatori. 

Baiqishi, invece, utilizza i big data e l’Intelligenza Artificiale per fornire soluzioni a banche e istituti finanziari.

La pechinese Bairong, invece, con le stesse tecnologie, fornisce consulenze finanziarie individuali. 

AiBank è una internet bank con un capitale di 4 miliardi di RMB, che utilizza cloud computing, big data e machine learning per offrire servizi di risk control e inclusione finanziaria a piccole e medie imprese. 

Aibao, Baiqishi, Bairong e AiBank sono solo quattro esempi delle aziende cinesi più innovative di una internet economy che, secondo un report stilato da McKinsey, contribuisce a più del 4% del PIL annuale e che ogni anno contribuisce per l’1% alla sua crescita. 

Questi numeri “spaziali” non sarebbero stati possibili senza la penetrazione dei pagamenti digitali. Un grande insegnamento che possiamo quindi trarre dalla “luna” cinese, è come l’innovazione in ambito fintech abbia contribuito alla crescita e allo sviluppo di un intero Paese, a beneficio di tutti quanti.



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