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Vision 2035: il piano tecnologico strategico della Cina

Vision 2035: il piano tecnologico strategico della Cina

vision 2035

Nel Plenum tenutosi a ottobre 2020 del XIX Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, è stata delineata la Vision 2035, il piano strategico della Cina per diventare leader tecnologico.

SOMMARIO:

Dal Made in China 2025 al China Standards 2035

Durante il plenum si sono discusse le proposte del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese per la formulazione del piano di sviluppo economico e sociale che coprirebbe il quinquennio 2021-2025. In questa occasione, si sono anche definiti gli obbiettivi di lungo termine per il 2035.

Il nuovo programma China Standards 2035, anche noto come Vision 2035 e in elaborazione dal 2018, si propone di fissare gli standard internazionali dell’industria hi-tech; ponendosi come proseguimento naturale del piano Made in China 2025. Quest’ultimo aveva l’obiettivo di modificare la percezione di basso costo e bassa qualità del “Made in China”, rendendolo invece sinonimo di alta qualità e ad alto valore aggiunto.

La Vision 2035 consoliderebbe quindi lo shift iniziato con il piano strategico Made in China 2025 per rendere la Cina paese innovatore e leader a livello tecnologico. La Vision 2035 si concentrerebbe attorno a tre grandi tematiche: dual circulation strategy (DCS), transizione green e innovazione tecnologica.

Nuovi obiettivi

Il piano quinquennale 2021-2025 inizia nell’anno dell’anniversario dei cento anni della nascita del partito comunista cinese avvenuta nel 1921. La Cina punta ad una prosperità moderata entro il 2049, anno del centesimo anniversario del PCC. Per raggiungere questo obiettivo, i consumi interni saranno il motore che permetterà alla struttura economica di rafforzarsi ulteriormente e di migliorare la capacità di innovazione. Inoltre, la transizione green permetterà di dare nuovo lustro all’economia cinese che si pone l’obiettivo ambizioso di arrivare a zero emissioni entro il 2060.

Nell’agenda del presidente Xi, anche la modernizzazione della difesa nazionale e delle forze armate entro il 2035, con un obiettivo preliminare di medio termine entro il 2027, anno del centenario dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLA).

La duplice azione della Vision 2035

Il nuovo piano sembrerebbe agire sia sul piano interno sia sul piano esterno. Da un punto di vista interno, la Cina ponendosi come promotrice degli standard globali nella produzione di tecnologie di prossima generazione, potrebbe rendersi autosufficiente economicamente ed espandere il proprio soft power a livello internazionale.

La duplice necessità deriva soprattutto dal fatto che ancora oggi il paese importa il 90% dei chip dall’estero e in gran parte dagli Stati Uniti. Questa interdipendenza, limiterebbe la Cina nell’imporsi a livello mondiale come produttore di tecnologie ed esporrebbe il settore all’influenza di fattori esterni. Da qui quindi uno dei punti cardine dalla Vision 2035, ovvero il piano semi-autarchico delineato nelle dual circulation strategy per focalizzare l’attenzione sul mercato interno e sostenere l’economia nazionale.

Per quanto riguarda la circolazione esterna, si parla di un’espansione dell’influenza tecnologica cinese nel mondo attraverso gli investimenti di compagnie cinesi di telecomunicazioni pubbliche e private come Huawei, China Telecom, China Mobile e ZTE. Chiave per raggiungere questo obiettivo, gli investimenti nelle infrastrutture digitali come 5G e fibra ottica, che hanno permesso alla Cina di porsi come leader per le nuove tecnologie in molti paesi.

Quindi, Pechino sembrerebbe farsi promotrice di una cooperazione tecnico-scientifica sulla base di un possibile sviluppo condiviso nel settore dell’hi-tech con diversi attori statali esteri.

Un decennio di programmazione per la Vision 2035

La China Standards 2035 non è frutto di una manifestazione improvvisa delle mire di Pechino, ma piuttosto un piano ben studiato negli ultimi dieci anni. Dal 2011 al 2018 la Cina è infatti riuscita a incrementare la percentuale di comitati tecnici cinesi all’interno dell’ISO. Inoltre, grazie a massicci investimenti già a partire dal 2010 ha ottenuto il primato nel numero di domande di brevetto sottoposte al WIPO.

La buona riuscita della Vision 2035 sembra ergersi in parte sulla rete geostrategica costruita nell’ultimo decennio ed ampiamente discussa negli ultimi due anni, la Belt and Road Initiative (BRI). Attraverso cui Pechino coinvolgerebbe i partner internazionali per esportare le proprie norme e facendo affidamento su una certa “fidelizzazione” di alcuni paesi aderenti all’iniziativa.

Questo è il caso del continente africano, dove Huawei ha realizzato il 70% delle infrastrutture per il 4G. E verosimilmente, dati i prezzi convenienti e competitivi proposti dalla società, si affideranno nuovamente a Huawei per la transizione verso il 5G.



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