Ecological Civilization: la Cina leader contro il cambiamento climatico
Il concetto di “Ecological Civilization” rappresenta la bandiera ideologica a capo delle nuove politiche ambientali della Cina e riassume il progetto politico della leadership cinese di guidare il paese verso uno sviluppo economico sostenibile.
Storia del concetto
La terminologia Ecological Civilization è stata introdotta per la prima volta dall’ex presidente cinese Hu Jintao nel 2007. È stata inoltre inserita ufficialmente all’interno della costituzione nel 2012, divenendo così una delle colonne portanti del socialismo con caratteristiche cinesi; questo non è altro che la concettualizzazione dell’apparato ideologico del PCC che sottolinea l’eccezionalità del socialismo cinese, integrante l’economia di mercato.
Così, l’inserimento dell’ Ecological Civilization evidenzia il passaggio da uno sviluppo improntato alla priorizzazione dello sviluppo economico rispetto all’ambiente – Industrial Civilization – ad uno che presta attenzione anche alla sostenibilità della crescita economica. Pertanto, rappresenta la presa di coscienza degli alti costi ambientali del miracolo economico cinese e una conseguente ricalibrazione del rapporto tra uomo e natura.
Uso corrente
Il progetto politico sottostante il concetto di Ecological Civilization non è solo retorica, ma si è realizzato in misure tangibili che hanno in parte modificato il percorso di sviluppo economico della Cina. Prova di questo è stata la resilienza del concetto all’interno del discorso politico cinese.
L’amministrazione del presidente Xi ha infatti promosso dal principio un modello di crescita bilanciato, in particolare volto a diminuire le emissioni. Si tratta, per la leadership cinese, di transitare da un’economia ad elevate emissioni di gas ad effetto serra ad una ad emissioni ridotte. Abbiamo quindi assistito ad un aumento delle politiche volte alla trasformazione energetica e ad un aumento degli investimenti nel settore delle energie rinnovabili.
Nuove frontiere d’investimento
Esempi di tale applicazione è l’impegno, preso da Xi, di innalzare ad un quinto della domanda totale la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2030. Nonostante la percentuale appaia ridotta, il nuovo report di UNEP, Frankfurt Academy e Bloomberg NEP sui tend globali di investimento nel rinnovabile 2019 mostra che la Cina è stato il paese che più ha investito nel rinnovabile nella presente decade 2010-2019, a quota 758 miliardi di dollari, corrispondente al 31% del totale globale.
In questa cornice sono anche da inserire i recenti sforzi per la riduzione dell’uso della plastica e per l’incoraggiamento della raccolta differenziata.
Cina e Global Environmental Governance: leader globale?
La rinnovata attenzione al concetto di Ecological Civilization ha indubbiamente importanti risvolti sulla politica interna e sulla popolazione cinese. Tuttavia, altrettanto importante è valutarne i risvolti internazionali. Congiuntamente agli sforzi messi in atto dalla Conferenza di Parigi sul clima nel 2015, la Cina si è posta sul panorama internazionale come un attore chiave nella lotta contro il cambiamento climatico, in sostituzione degli USA, che hanno invece lasciato l’Accordo di Parigi.
Pertanto, la percezione è che la Cina sia diventata uno dei paesi leader della governance ambientale globale a fianco dell’Unione Europea, di fatto evidenziando il riorientamento di potere già in atto nel sistema internazionale che vede la Cina acquisire sempre più rilevanza a discapito della posizione egemonica statunitense.
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Fonti:
Neolaureata in Scienze Internazionali presso l’Università di Torino e la Zhejiang University. Della Cina, ricerco le strutture politiche ed economiche sottese alle notizie di ogni giorno. Qui, le condenso in 400 parole.