Guerra commerciale Cina-USA: via alle negoziazioni per un accordo
Dopo l’escalation di tariffe dello scorso settembre nel contesto guerra commerciale Cina-Usa, i due paesi sembrano aver dato il via alle negoziazioni per il raggiungimento di un accordo. A prova di questo, tra settembre e dicembre Cina e Stati Uniti hanno annunciato la sospensione di alcuni dazi e ribadito l’impegno (cinese) di garantire più trasparenza e rule of law.
Il punto della situazione
Al momento, i dazi sulle rispettive importazioni di Cina e Stati Uniti ammontano a 550 miliardi di dollari imposti dagli Stati Uniti sui prodotti cinesi, e 185 miliardi di dollari in imposte cinesi sul made in USA.
Qui le liste aggiornate dei prodotti cinesi interessati dalle tariffe USA, e le esclusioni garantite in un secondo momento; qui e qui le ultime liste del Ministero della Finanza cinese, in fase di revisione.
Dallo scorso 6 luglio 2018, il rispettivo innalzamento delle tariffe sulle importazioni di entrambi i paesi ha avuto ripercussioni economiche ingenti sui mercati nazionali e internazionali.
Nuovi segnali di distensione
Dopo l’escalation di tariffe dello scorso 1 settembre, interessante un totale di 125 miliardi di dollari in prodotti cinesi e 75 miliardi di dollari di prodotti americani, l’11 settembre entrambi i paesi hanno annunciato di aver adottato delle distensioni rispetto alle tariffe previste. L’annuncio è avvenuto a seguito dell’inizio del 13° round di negoziazioni per la risoluzione della guerra commerciale Cina-Usa.
La Commissione Tariffe del Consiglio di Stato del governo cinese ha infatti annunciato l’esenzione da ulteriori incrementi nei dazi 16 categorie di prodotti USA, per il periodo 17.09.2019 – 16.09.2020.
Gli USA hanno per contro ritardato l’entrata in vigore della seconda tranche di tariffe previste il 1° settembre 2019. I nuovi dazi sono quindi entrati in vigore il 15 ottobre 2019, per rispetto della ricorrenza del 70° anniversario della Repubblica Popolare Cinese. Inoltre, il 20 settembre gli Stati Uniti hanno annunciato l’ulteriore esenzione di 437 prodotti cinesi dalle tariffe statunitensi.
Verso un nuovo accordo: “Fase 1”
Alla conclusione delle negoziazioni di alto livello tenutesi tra il 10 e l’11 ottobre, entrambi i paesi hanno annunciato di essere entrati nella “Fase 1” verso il raggiungimento di un accordo riguardo la contesa.
Gli USA hanno ulteriormente rimandato l’incremento tariffario già ritardato in precedenza dal 1 al 15 ottobre. Si è così evitato l’incremento dal 25 al 30% dei dazi su un totale di 250 miliardi di export cinesi.
La Cina invece si è impegnata ad acquistare tra i 40 e 50 milioni di dollari in prodotti agricoli americani ogni anno. Inoltre, è stato ribadito l’impegno a rafforzare l’osservanza dei diritti di proprietà intellettuale e la trasparenza nella politica monetaria.
A seguire, il 18 ottobre gli USA hanno annunciato la sospensione dell’imposizione dei dazi sui prodotti tassati al 15%, come previsto dalle nuove tariffe del 1° settembre. La sospensione comprende il periodo dal 31 ottobre 2019 fino al 31 gennaio 2020.
Messaggi contrastanti
Nonostante il 1° novembre scorso la Cina abbia annunciato il raggiungimento di un “consenso di principio” possibile per avanzare la “Fase 1” del ritrattamento dei dazi, la possibilità di arrivare ad un accordo finale sembra ancora essere lontana. In controtendenza rispetto a Pechino infatti, il giorno seguente il presidente USA Trump ha annunciato di non avere intenzione di ritrattare completamente i dazi, e che sia la parte cinese più interessata al raggiungimento di un accordo.
Ciononostante, il trend positivo dato dal nuovo via alle negoziazioni per un nuovo accordo sembra permanere: infatti, il 6 dicembre il Ministero della Finanza cinese ha annunciato l’esclusione dai dazi della soia e carne di maiale statunitensi, al momento rispettivamente al 30 e 35%.
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Fonti:
Neolaureata in Scienze Internazionali presso l’Università di Torino e la Zhejiang University. Della Cina, ricerco le strutture politiche ed economiche sottese alle notizie di ogni giorno. Qui, le condenso in 400 parole.