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Le zone di sviluppo in Cina: da Deng Xiaoping a oggi

Le zone di sviluppo in Cina: da Deng Xiaoping a oggi

Le zone di sviluppo in Cina

Le zone di sviluppo in Cina sono una componente della strategia di apertura all’estero della Cina attuata a partire dal 1978.

L’apertura economica della Cina

Con la salita al potere di Deng Xiaoping 邓小平 (1904-1997) e il lancio delle politiche delle Quattro Modernizzazioni 四个现代化 – agricoltura, industria, scienza e tecnologia, difesa nazionale – e in particolare della Porta Aperta 对外开放, la RPC si è concentrata su un veloce sviluppo del Paese e un’incentivazione delle relazioni economiche internazionali.

Questa nuova apertura si è concretizzata nelle così dette Zone Economiche Speciali (ZES) 经济特区. Si tratta di aree del territorio cinese in cui vengono offerte condizioni vantaggiose agli investitori esteri. Tra le agevolazioni vi sono: esenzioni fiscali e doganali; basso costo della manodopera; infrastrutture moderne; ecc. Inizialmente, ne sono state aperte quattro lungo la costa meridionale della Cina: Shenzhen, Zhuhai, Shantou e Xiamen. A queste ne è stata aggiunta una quinta nel 1984, l’isola di Hainan.

Con la progressiva crescita economica di queste prime aree, altre zone atte allo sviluppo delle relazioni internazionali sono state aperte: dalle Free Trade Zone ai parchi di sviluppo tecnologico. Tra gli anni ’90 e i primi 2000, le zone di sviluppo in Cina hanno conosciuto due ondate di espansione. Con lo sviluppo delle zone costiere, le nuove aree hanno interessato maggiormente l’entroterra cinese e le sue regioni occidentali.

Seguendo il principio “crossing the river by feeling the stone”, la Cina ha continuato a sperimentare nuove modalità per favorire lo sviluppo dell’economia locale. Un modello viene, quindi, prima testato su un’area circoscritta; solo in caso di successo viene replicato in altre aree fino a diventare, in alcuni casi, una politica nazionale.

I vantaggi delle zone di sviluppo: perché investirci?

Storicamente, il business environment liberale che vige in queste zone di sviluppo in Cina ha permesso alle imprese straniere di operare più agiatamente nel mercato cinese. Al riparo dalla burocrazia e dal red tape che caratterizzano il resto del paese, queste aree hanno avuto successo grazie al sostegno del governo centrale e alla relativa autonomia dei loro gestori.

Le principali agevolazioni sono destinate a imprese totalmente o parzialmente straniere, Wholly Foreign Owned Enterprises (WFOE) e Joint Ventures (JV). Tra queste:

  • Regime favorevole di applicazione dell’imposta sul reddito d’impresa
  • Politiche preferenziali
  • Disponibilità di risorse e infrastrutture adeguate
  • Supporto e partecipazione del governo
  • Alto grado di specializzazione nei settori industriali d’avanguardia e nei servizi
  • Hub di tecnologia, apprendimento e innovazione
  • Autonomia amministrativa

Le principali tipologie di zone di sviluppo

Tra le principali zone di sviluppo in Cina troviamo:

1. Zone Economiche Speciali (ZES) 经济特区

Le ZES sono regioni geografiche concentrate nelle zone costiere meridionali. In queste zone vige una legislazione economica differente da quella del resto del paese; il fine è attrarre investimenti stranieri attraverso incentivi doganali e fiscali e con finanziamenti alle attività. Principalmente orientate all’export, si distinguono dalle altre zone in quanto amministrate da un Governo della ZES. Il Governo riserva questo termine per le prime 5 zone di apertura.

2. Free Trade Zones (FTZ) 保税区

Le FTZ sono dislocate lungo la costa orientale della Cina. Rappresentano in un’area geografica nella quale aziende domestiche ed estere possono importare, produrre ed esportare prodotti senza essere soggetti a tariffe o con imposizione di tariffe ridotte rispetto al resto del paese.

3. Economic and Technological Development Zone (ETDZ) 经济技术开发区

Le ETDZ sono oggi sparse in tutto il paese, ma le prime furono aperte in zone portuali nel 1984. Il loro obiettivo, oltre all’attrazione di capitale straniero, è lo sviluppo di tecnologie industriali d’avanguardia locali. Queste aree sono governate dal governo locale della zona geografica in cui sono costruite.

Il Ministro del Commercio conduce una valutazione annuale della performance delle ETDZ dal 2016. Le zone classificate tra le 5 peggiori per 2 anni di seguito vengono smantellate. I criteri valutativi si basano su 5 considerazioni (capacità industriale; innovazione tecnologica; integrazione regionale; protezione ambientale; efficienza amministrativa) e 53 indicatori (output industriale; fatturato; produttività; spesa in R&S; consumo energetico; emissioni).

4. High-tech Industrial Development Zone (HIDZ) 高级技术产业开发区

Le HIDZ, sviluppatesi sulla scia del successo delle ETDZ, nascono per favorire il processo innovativo e lo sviluppo di industrie hi-tech locali. Inaugurate nel 1988 all’interno dei principali centri cittadini sulla base del tessuto industriale esistente, si sono poi diffuse nel resto del paese. Fino al 2017 in Cina sono state costruite 156 HTDZ. [Per un approfondimento sull’area tecnologica di Zhongguancun leggete il nostro articolo.]

Le autorità hanno il compito di monitorare regolarmente la performance delle HTDZ. Le zone ritenute sotto gli standard rischiano la perdita del loro status. Sono valutate secondo 4 categorie e 40 indicatori, tra cui: creazione di conoscenza e innovazione tecnologica (istruzione dipendenti, spese in R&S, incubatori); upgrading industriale e capacità di ottimizzazione strutturale (imprese hi-tech, imprese di servizi, imprese quotate); internazionalizzazione e partecipazione a competizioni globali (impiegati istruiti all’estero, dipendenti stranieri, succursali estere); capacità di sviluppo sostenibile (nuovi investimenti, consumo energetico). Nel 2016, il Ministro della Scienza e della Tecnologia ha iniziato a tener conto della capacità innovativa come criterio di valutazione.

5. Border Economic Cooperation Zone (BECZ) 边境经济合作区

Le BECZ, inaugurate nel 1992, sono oggi posizionate lungo i confini a nord-ovest, nord-est e sud della Cina. Lo scopo è quello di spingere lo sviluppo economico e sociale in queste zone di confine approfondendo la cooperazione con i paesi e le regioni confinanti. Stanno diventando zone pilota della strategia di proiezione internazionale della RPC e parte integrante della Belt and Road Initiative (BRI).

6. Export Processing Zone (EPZ) 出口加工区

Le EPZ sono per lo più presenti lungo la fascia costiera. Attraverso le EPZ le economie locali hanno principalmente sviluppato industrie orientate all’export e ad alta intensità di manodopera.

Le zone di sviluppo oggi

Ad oggi, in tutta la Cina sono riconosciute 2675 zone di sviluppo. Queste zone di sviluppo sono in continua espansione e sono oggi sparse per tutta la Cina: 199 nel Jiangsu; 176 nello Shandong; 154 nello Hebei; 152 nello Henan; 141 nel Sichuan; 140 nella provincia del Guangdong. Alcune di queste sono riconosciute a livello nazionale, altre a livello locale o provinciale. Secondo dati ufficiali, la Cina ha oggi 219 zone di sviluppo economico nazionali in 31 province e municipalità: 107 nella parte orientale, 63 in quella centrale e 49 in quella occidentale. Qui è possibile consultare i dati più aggiornati.

Nei passati 30 anni le zone di sviluppo in Cina hanno avuto un significativo ruolo per l’economia nazionale e lo sviluppo sociale del paese. Si sono impegnate a sviluppare un manifatturiero avanzato e servizi per le imprese; hanno stimolato l’innovazione e la riforma industriale, l’internazionalizzazione, l’industrializzazione e l’urbanizzazione.

Le zone di sviluppo sono diventate il pioniere della riforma economica e dell’apertura della Cina e un importante driver per la crescita economica regionale. Nel 2018 le 219 zone nazionali hanno registrato un output di RMB 10,2 trilioni contribuendo all’11,3% del PIL nazionale. L’import-export in queste aree ha raggiunto i RMB 6,2 trilioni, il 20,3% del totale degli interscambi nazionali.



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Fonti:

  • Cinese & affari – Manuale pratico di cinese commerciale, Barbara Leonesi, Hoepli, 2011
  • Corriere Asia
  • MOFCOM Regular Press Conference of the Ministry of Commerce (May 16, 2019)
  • MOFCOM (August 16, 2019)
  • UNCTAD
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