Chi sono i laowai in Cina?
Chi sono i laowai in Cina? 老外 laowai è una delle prime parole che gli expats imparano al loro arrivo in Cina. Forse perché è la prima cosa che ti viene detta, urlata o sussurrata per strada o sull’autobus, quasi a puntualizzare, con una nota di entusiasmo, che tu, straniero in Cina, non sei cinese!
SOMMARIO:
- Origine del termine
- Essere laowai in Cina
- Selfie ed occhi chiari
- Essere messi in disparte
- Lavoro da laowai
- Diffidenza ed ammirazione
- Una forte identità sociale
Origine del termine
La Cina ha iniziato ad aprire le porte al turismo straniero a partire dagli anni ’80 e, come spesso capita, la lingua si modella e cambia a seconda delle nuove situazioni. Anche per via di questa tardiva apertura all’occidente la presenza di stranieri in Cina è tuttora alle volte percepita come una novità, specialmente in alcune zone lontane dalle principali città cinesi.
Il termine 老外 laowai, infatti, inizia ad essere utilizzato negli anni ’80 come abbreviazione per 外国人waiguoren, i cui caratteri letteralmente significano “persona al di fuori del paese”, cioè straniero. 老外 laowai mantiene il carattere 外 wai che significa “esterno”, “estraneo” ed aggiunge a questo il prefisso 老 che significa “anziano”.
Il prefisso 老 è spesso utilizzato in cinese per esprimere rispetto nei confronti di persone generalmente anziane o con grande esperienza in alcuni ambiti. Questo prefisso con il tempo è diventato parte stabile ed integrante di alcune parole, come ad esempio 老师 laoshi, che significa insegnante. 老 lao può però anche assumere sfumature più negative, prendendo il significato di “vecchio” o “obsoleto”. Per questa ragione, spesso, l’utilizzo di questo termine 老外 è un po’ controverso ed è a volte stato considerato poco gentile ed offensivo.
Essere laowai in Cina
Dai miei tre anni di esperienza in Cina posso dire che essere un laowai ha i suoi pro e i suoi contro. Questo termine è molto più di un semplice appellativo, ma è un’etichetta che ti posiziona socialmente su un piano diverso rispetto ad un cittadino cinese, sia all’università che nel campo lavorativo.
Penso che sentirsi veramente integrato in Cina, tra colleghi di lavoro o compagni di classe cinesi, non sia molto semplice. Sbarazzarsi dell’etichetta laowai richiede tempo e spesso l’ombra di questa continuerà seguirti in Cina. Le barriere linguistiche e culturali sono solo una parte delle difficoltà della vita da laowai. Spesso mi è capitato di sentire la pesantezza, ma anche i privilegi di essere uno straniero in Cina.
Selfie ed occhi chiari
Non è più una novità scattare selfie insieme a perfetti estranei. Da quando abito in Cina mi è successo molte volte di essere fermata per strada per una foto, ricevendo anche svariati complimenti sul mio aspetto fisico ed i miei occhi chiari (e tengo a sottolineare che non sono assolutamente una modella da copertina). Ho visto persone esaltarsi per dei capelli biondi e per degli occhi blu, in particolar modo i cinesi che abitano fuori dalle grandi città e non sono abituati a vedere molti stranieri, se non in televisione o su internet.
L’aspetto fisico sembra essere fondamentale per i cinesi. Ad esempio, ho visto annunci di lavoro in cui si ricercavano persone dai capelli chiari come insegnanti di inglese per bambini, privilegiando perciò l’aspetto estetico dei potenziali candidati, piuttosto che la loro padronanza della lingua inglese.
Essere messi in disparte
Può suonare strano affermare che vivere in Cina da straniero ti faccia sentire al centro dell’attenzione e al tempo stesso emarginato. Sto frequentando un master in un’università cinese, i miei colleghi sono sempre molto gentili e disponibili con me, ma quando si tratta di socializzare o essere coinvolti in qualche attività mi sento sempre messa un po’ da parte. Dipende molto anche dal carattere, dalla conoscenza della lingua, ma spesso è difficile sradicare dalla testa di alcuni cinesi la convinzione che gli stranieri non possano essere in grado di capire e parlare il cinese, e perciò la preoccupazione che la comunicazione potrebbe essere difficile.
Talvolta mi basta pronunciare semplici frasi in cinese per ricevere numerosi complimenti sulla mia padronanza della lingua, quasi come fossi un bambino alle prese con la sue prime parole. Ho alcuni amici che parlano il cinese perfettamente, ma hanno vissuto situazioni in cui i loro interlocutori cinesi si rifiutavano di capire, quasi come se per loro fosse impensabile che un laowai parlasse così bene il cinese. Le barriere culturali sembrano insormontabili, ma a volte ho l’impressione che siano alcuni colleghi cinesi a metterle anche quando non ci sono.
Lavoro da laowai
“Ho trovato uno di questi lavori da laowai”: è una frase che sento spesso nel mio cerchio di amicizie internazionali. Trovare una lavoro part-time in Cina a volte sembra troppo semplice per essere vero: dall’insegnante d’inglese al modello per una nuova linea di vestiti, fino alla comparsa per film che non verranno probabilmente mai realizzati. La gamma di lavori per stranieri in Cina è ampia e spesso ben pagata. La paga di un insegnate straniero in una scuola d’inglese privata spesso supera quella di un comune ingegnere cinese.
Il bello della vita da expat è che si aprono una marea di opportunità in Cina, siamo ricercati e ritenuti idonei un po’ per qualsiasi cosa solo perché stranieri. Anche in questo la Cina è in qualche modo contraddittoria. Da un lato, non ci sentiamo mai presi veramente sul serio dai cinesi perché stranieri; mentre per lo stesso motivo invece siamo considerati e valorizzati, talvolta anche oltre le nostre reali capacità, e perciò preferiti ai cinesi per svolgere svariati lavori più o meno complessi.
Diffidenza ed ammirazione
Vivere in Cina ha aumentato di gran lunga la mia autostima. Pur non volendo, sono spesso al centro dell’attenzione, per strada o al ristornate sento gli occhi puntati su di me e le persone sussurrare laowai. Potrebbe suonare buffo leggere queste cose per chi non è mai stato in Cina, ma è una realtà legata alla tardiva apertura di questa grande nazione al resto del mondo ed anche ad un sentimento misto di ammirazione e timore nei confronti della figura dello straniero.
Con la rivoluzione culturale gran parte della cultura cinese e dei suoi monumenti sono andati distrutti lasciando i cinesi orfani della loro millenaria eredità culturale. È così che l’ammirazione verso un occidente, rimasto inaccessibile alla maggioranza dei cinesi per così lungo tempo e molto più sviluppato sia economicamente che socialmente, è sorta quasi in modo spontaneo. Il timore e la diffidenza invece sono dovuti alle prime invasioni straniere, come ad esempio le guerre dell’Oppio o la guerra contro il Giappone, che portarono l’impero cinese ad un lento e doloroso declino.
Una forte identità sociale
L’identità Han, che costituisce il più numeroso gruppo etnico sul territorio cinese, è rimasta salda nel tempo sopravvivendo alle varie vicissitudine storiche. Si tratta di un’identità molto solida, che ha portato a distanziarsi dalle dinastie cinesi di etnia diversa, ritenuta spesso causa di rovina e decadimento del paese; un esempio è l’ultima dinastia Qing, che era di origine mancese. Il nazionalismo ha solo rafforzato l’identità Han, portando i cinesi ad essere un gruppo molto compatto, impenetrabile da qualsiasi presenza esterna.
Il prefisso 老 lao quindi può essere considerato sia un segno di rispetto che di disprezzo. I laowai sono visti in entrambi i modi, siamo sia da ammirare sia una vecchia causa di rovina e decadenza. Le cose stanno cambiando, in molte città come Shanghai e Shenzhen non si fa nemmeno più caso alla presenza di laowai sul posto di lavoro, ma questo sentimento di ammirazione e diffidenza è sempre vivo nella maggioranza del territorio cinese che ancora oggi è poco frequentata da non-cinesi.
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Fonti:
Aspirante scrittrice che attualmente studia Storia dell’Arte cinese alla China Academy of Art di Hangzhou. Laureata a Ca’ Foscari in studi cinesi, nutro da sempre un forte interesse per la Cina. Appassionata di fotografia e d’arte ed autrice del blog perquelchenesoio.com .