L’Accordo Comprensivo sugli Investimenti tra Unione Europea e Cina (CAI)
Unione Europea e Cina raggiungono un accordo di principio sull’Accordo Comprensivo sugli Investimenti (CAI).
SOMMARIO
- L’Accordo Comprensivo sugli Investimenti (CAI)
- Investimenti tra Cina e UE
- Aspetti chiave
- Ulteriori liberalizzazioni
L’Accordo Comprensivo sugli Investimenti (CAI)
Il 30 dicembre scorso l’Unione Europea e la Repubblica Popolare Cinese hanno annunciato di aver raggiunto un accordo di principio sull’Accordo Comprensivo sugli Investimenti, dopo una fase negoziale iniziata nel 2013 e durata sette anni. Le parti continueranno a lavorare sulla finalizzazione del testo, la cui bozza è stata resa pubblica dalla Commissione Europea.
L’Accordo uniformerà il framework legale regolante gli investimenti tra Cina e membri europei, gestiti da 26 trattati bilaterali tutt’ora in vigore tra i membri dell’Unione Europea e la Cina.
La Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, ha sottolineato l’“enorme significanza economica” del CAI, che garantirà “livelli di accesso al mercato senza precedenti, assicurando alle aziende europee certezza e prevedibilità per le loro operazioni”. Il testo dell’accordo di principio, e la dichiarazione di conseguenza, riflettono le tre problematiche maggiori affrontate dagli investitori europei volenti operare in Cina, ovvero:
- Liberalizzazione degli investimenti;
- Trattamento paritario tra le imprese a partecipazione straniera e le imprese nazionali, con particolare rilevanza alla concorrenza con il settore pubblico delle SOEs (State-Owned Enterprises);
- Trasferimenti tecnologici forzati.
Infatti, secondo i risultati della Business Environment Survey 2020 della Camera di Commercio Europea in Cina, nonostante i passi in avanti della normativa nazionale (Nuova Legge sugli Investimenti Stranieri)
- Il 49% delle aziende rispondenti ha dichiarato che fare business con la Cina è diventato più difficile nell’ultimo anno.
- Il 44% ritiene che le barriere poste dalla regolamentazione cinese aumenteranno in futuro, con particolare riferimento alle barriere indirette.
- Il dato è in linea con il 40% che percepisce un trattamento normativo sfavorevole nei loro confronti, con dati negativi rispetto alla parità nel trattamento con le aziende nazionali, concorrenza tra settore pubblico e privato e restrizioni agli investimenti.
Investimenti tra Cina e UE
Oltre a risolvere le barriere esistenti alla liberalizzazione degli investimenti, l’Accordo è di fondamentale importanza per la ripresa economica post COVID-19. Secondo dati Eurostat, nel 2019 gli FDI cinesi diretti verso l’UE sono ammontati a un totale di 120 miliardi di euro, in calo dal 2016, quando il governo cinese ha introdotto restrizioni amministrative sui capitali in uscita dal paese. Nell’ultimo anno gli investimenti hanno interessato in particolare i settori dei beni al consumo, ICT, automotive e servizi finanziari e per le aziende.
In direzione opposta, gli IDE europei in Cina al 2019 ammontano a 140 miliardi di euro, in particolare nel settore automotive, chimico e dei servizi alle imprese. Per quanto riguarda l’Italia invece, gli IDE diretti in Cina sono ammontati a 10.4 miliardi di euro, ricevendone invece 868 milioni.
L’Accordo Comprensivo sugli Investimenti tra Cina e UE si prefigge di abbattere le barriere all’investimento sul mercato cinese. L’obiettivo è creare un business environment paritario (equal playing field) basato sull’operabilità nel lungo periodo per salvaguardare gli investitori europei dalla variabilità delle condizioni di politica interna cinesi. A tal fine, il CAI creerà un sistema di risoluzione delle controversie tra stato e stato e stato-investitore.
Aspetti chiave
Seppure il testo dell’Accordo è ancora soggetto a finalizzazione, l’accordo di principio del quale disponiamo il testo lavora al miglioramento di opportunità d’ingresso degli investimenti attraverso l’implementazione di un trattamento di parità per una competizione più trasparente sul mercato cinese. In particolare verranno toccate le seguenti problematiche:
- Concorrenza con le SOEs, richiedendo che esse lavorino secondo considerazione commerciale;
- Trasparenza nell’erogazione dei sussidi nel settore dei servizi;
- Trasferimento tecnologico forzato;
- Trasparenza e accesso paritario agli enti certificatori nazionali. La Cina si impegnerà a garantire la prevedibilità e l’equità nelle autorizzazioni.
- Sviluppo sostenibile in termini di diritti del lavoro (lavorare verso la ratificazione della ILO fundamental Convetions, in particolare la ILO fundamental Convention on forced labour) e rinnovato impegno ad implementare l’Accordo di Parigi per il clima.
Come figura dal grafico sottostante, i punti dell’Accordo riprendono le priorità di policies richieste dalle aziende europee in sede di negoziazione:
Ulteriori liberalizzazioni
Agli investitori europei verrà garantita la rimozione delle restrizioni quantitative, equity caps, e norme regolanti gli accordi di joint ventures vigenti. In particolare, verranno liberalizzati diversi settori manifatturieri, ad esclusione di quelli che già presentano situazioni di sovraccapacità. Il dato è significativo poiché la metà degli investimenti europei in Cina sono concentrati nel settore manifatturiero: 28% degli IDE si concentra infatti nel settore automotive e 22% nei materiali di base. Seguono il settore dell’healthcare e quello chimico. Ad oggi, gli impegni presi dal governo cinese sono i seguenti:
- Automotive: rimozione delle regolamentazioni agli accordi di joint venture.
- Healthcare: rimozione delle regolamentazioni agli accordi di joint venture nel settore ospedaliero privato, esteso alle città di 1° Tier.
- Telecomunicazioni/ Servizi cloud: il governo cinese rimuoverà la proibizione ad investire nei servizi cloud, con un equity cap al 50%.
- Altre liberalizzazioni riguardanti i servizi finanziari, investimenti in R&D, Servizi IT, trasporto marittimo internazionale, servizi del trasporto aereo, servizi all’impresa e delle costruzioni.
La lista (in)completa è disponibile qui.
Dal lato europeo, si nota che l’accesso al mercato dei servizi è già aperto sotto il trattato GATS. I documenti riepilogativi pubblicati fino ad ora rimarcano l’impegno a proteggere i settori “di sensibilità” dell’Unione come quello energetico, dell’agricoltura, della pesca, audio-visual e dei servizi pubblici.
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Fonti:
- China Briefing
- EU – China Comprehensive Agreement on Investment (CAI) (Commissione Europea)
- Key Elements of the EU-China Comprehensive Agreement on Investment
Neolaureata in Scienze Internazionali presso l’Università di Torino e la Zhejiang University. Della Cina, ricerco le strutture politiche ed economiche sottese alle notizie di ogni giorno. Qui, le condenso in 400 parole.
Una risposta.
[…] attenzione i prossimi passi “all’esterno” della Cina, come la negoziazione del EU – China Comprehensive Investment Agreement (CAI), quella per l’area di libero scambio tra Cina-Sud Corea-Giappone e l’accesso a […]
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