L’ascesa della Cina ai vertici della FAO
Il progressivo ritiro degli Stati Uniti dagli affari globali ha, in parte, permesso l’ascesa della Cina dentro e fuori dalle organizzazioni internazionali.
SOMMARIO:
L’elezione di Qu Dongyu a Direttore Generale della FAO nel 2019 riflette la sapiente manovra diplomatica di Pechino e sottolinea la sua posizione come seconda economia mondiale.
La Cina nelle organizzazioni internazionali
L’ascesa della Cina nell’arena internazionale non è solo a livello economico, ma anche politico. Pechino, infatti, sta affermando sempre di più il proprio ruolo nelle organizzazioni internazionali e sta promuovendo nuovi enti multilaterali per definire i propri standard a livello globale.
Per citarne alcuni, ricordiamo l’Asian Investment Infrastructure Bank (AIIB), Chiang Mai Initiative Multilateralization (CMIM), la Nuova Banca di sviluppo (NDB) dei BRICS e il Partenariato economico globale regionale (RCEP). Da sempre questo ruolo è stato ricoperto da Washington e i governi delle potenze occidentali che hanno definito i modelli politici, economici e legali. Adesso, l’ascesa della Cina sta incidendo su questa dinamica.
Oggi, la RPC è il secondo maggior contribuente al budget complessivo delle Nazioni Unite dopo gli Usa e vanta funzionari ai vertici di quattro agenzie ONU:
1. Organizzazione internazionale dell’aviazione civile (Oaci), Fang Liu;
2. Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (Onudi), Li Yong;
3. Unione internazionale delle telecomunicazioni (Uit), Zhao Houlin;
4. Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), Qu Dongyu.
Oltre a queste quattro cariche importanti è bene ricordare che tra il 2007 e il 2017 la hongkonghese Margaret Chan è stata Direttrice Generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
All’ONU la Cina è come se avesse una doppia anima: è presente sia tra le fila delle grandi potenze, sia come baluardo degli interessi dei paesi più deboli. Infatti non è solo un membro del Consiglio di Sicurezza con potere di veto, ma anche il Paese con la maggior influenza sul Gruppo dei 77, un’organizzazione intergovernativa delle Nazioni Unite, formata da 134 paesi del mondo, principalmente in via di sviluppo.
Cina e FAO
Il 23.6.19 Qu Dongyu – ex vice ministro della Repubblica Popolare Cinese per l’Agricoltura e gli Affari rurali – è stato eletto direttore generale dell’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO). Qu è il primo cinese e primo esponente di un Paese comunista a salire al vertice dell’agenzia. Eletto con on 108 voti su 191, la guiderà fino al 2023.
L’esperienza cinese alla FAO potrebbe rivelarsi centrale nella lotta alla malnutrizione. Secondo le ultime stime dell’agenzia, la fame è in aumento, con quasi 690 milioni di persone cronicamente sottonutrite e fino a 130 milioni in più a causa del COVID-19. In quarant’anni di riforme economiche, Pechino ha sollevato oltre 800 milioni di persone dallo stato di povertà estrema. A fine 2020, Xi Jinping ha dato la notizia del completo sradicamento della povertà assoluta in Cina, obiettivo fissato ufficialmente nel 2015.
L’elezione di Qu Dongyu è rilevante anche come «questione geopolitica». Essa, infatti, incrementa l’importanza della Cina nello scacchiere internazionale e in particolare aumenta la sua influenza in aree del mondo strategiche – Africa e Sud America.
A Partire da Deng Xiaoping, la Repubblica Popolare Cinese ha assunto il ruolo di protagonista nello sviluppo compartecipato delle economie più povere del pianeta. Oggi, con un modello diverso dal neo-colonialismo di matrice occidentale, Pechino sviluppa la Belt and Road Initiative, un mega progetto infrastrutturale, energetico, sanitario e finanziario che coinvolge diversi Paesi in tutto il mondo.
Conclusioni
Essere a capo di organizzazioni internazionali come la FAO significa controllare i programmi, i progetti, i fondi e avere un grande peso sui paesi in via di sviluppo.
Mentre si creano nuovi equilibri globali sempre più spostati verso Est, il sistema politico ed economico cinese rappresenta sempre più un’alternativa alla leadership Occidentale.
Per approfondire il ruolo sempre più prominente della Cina all’interno dello scacchiere internazionale, ascolta la puntata “La Cina nella comunità internazionale (II)” del podcast #15MinutiDiCina qui.
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Fonti:
Appassionata di lingue straniere, in particolare del cinese mandarino. Neolaureata in Lingue, Economie e Istituzioni dell’Asia e dell’Africa Mediterranea curriculum Language and Management to China presso l’università Ca’ Foscari di Venezia.