Torino | Pechino

Nuova legge sugli investimenti stranieri in Cina

Nuova legge sugli investimenti stranieri in Cina

Nuova legge sugli investimenti stranieri in Cina

Il 15 marzo 2019, il Congresso Nazionale del Popolo cinese ha formalmente approvato la nuova legge sugli investimenti stranieri in Cina (la “Legge”) 中华人民共和国外商投资法.

La legge, anche nota come “FIL” – acronimo di “Foreing investment Law” – entrerà in vigore il 1 gennaio 2020. 

La FIL punta a rimodellare la regolamentazione per l’accesso, promozione, protezione e gestione degli investimenti stranieri in Cina. La nuova Legge accorperà le regolamentazioni esistenti ispirate dalla politica della Porta Aperta. Verranno infatti unificate la “Chinese-Foreign Equity Joint Ventures Law”, la “Wholly Foreign-Owned Enterprises Law e la “Chinese-Foreign Contractual Joint Ventures Law”, varate tra i primi anni ottanta e fine novanta del secolo scorso.

Tempi record per l’approvazione del testo durante l’ultima Assemblea Nazionale del Popolo, fattore che ha suscitato perplessità e dubbi sulla sua natura. È importante ricordare, però, che ai 39 articoli che compongono la Legge (disposizioni meramente programmatiche) seguiranno linee guida più dettagliate.

L’obiettivo della FIL

I principali obiettivi della nuova Legge sono due. Il primo, è quello di promuovere gli investimenti esterni. Il secondo, quello di assogettare alla medesima disciplina e procedure società straniere e domestiche. La nuova legge sugli investimenti stranieri in Cina rappresenta quindi un passo in avanti in termini di apertura del mercato cinese.

La FIL si pone inoltre l’obiettivo di garantire maggiore protezione degli investimenti dall’estero e dei diritti di proprietà intellettule. Indubbiamente un cambiamento notevole rispetto alla normative in vigore fino ad ora, la quale risaliva agli anni ’80. “È la democrazia cinese in azione”, ha esultato la corrispondente parlamentare della Cgtn.

Risonanza a livello internazionale

I tempi record che hanno portato alla firma della Legge rispondono anche alla necessità di limitare i danni della Guerra Commerciale con gli USA. La FIL, infatti, va incontro ad alcune delle richieste americane in materia di dazi e mira a negoziare la “pax commerciale” tanto desiderata. Dalla prima versione di bozza sono già stati apportati degli emendamenti che includono nuove concessioni agli americani. 

Per l’Italia le conseguenze possono essere importanti, soprattutto a seguito della firma di una cinquantina di accordi commerciali parte dell’ MoU dello scorso Marzo. La rapidità nell’approvazione della Legge, valutata positivamente dalla business community americana, è frutto di una democrazia a “caratteristiche cinesi”. Il dibattito politico sulla sua attuazione ha addirittura registrato degli astenuti e dei contrari, volti a dare una parvenza di dissenso alla sua attuazione. 

Le critiche

L’arrivo della FIL si colloca all’interno degli sforzi adottati dal Governo cinese volti ad ampliare la liberalizzazione del mercato. Restano però 48 i settori di industria e servizi off limits per gli stranieri. Pesca, ricerca, scuole religiose e stampa ne sono alcuni esempi.

Inoltre, la velocità di approvazione della legge la rende un facile bersaglio di critiche. I 6 capitoli e le 41 previsioni generali mantengono la Legge su un piano generico. Se si considera poi che un terzo degli articoli si compone di una sola riga, le perplessità non tardano ad arrivare. 

La mancanza di disposizioni attuali lascia quindi in dubbio la validità della nuova proposta. Al fine di definirne il quadro completo con relativi effetti e implicazioni è quindi necessario attendere la sua entrata in vigore. Sempre tenendo in considerazione la possibilità di ulteriori emendamenti o variazioni dell’ultimo momento, in puro stile cinese. 



LEGGI ANCHE :

© Riproduzione riservata



Fonti:

Seguici anche sui social