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Turismo cinese: l’Italia come esempio per l’Europa

Turismo cinese: l’Italia come esempio per l’Europa

Turismo cinese

Se fino a pochi anni fa l’Italia non ricopriva un ruolo particolarmente importante nel turismo cinese, oggi la semplificazione delle procedure di ottenimento del visto e la sua fama mondiale, hanno reso il Bel Paese uno dei più visitati d’Europa. Si parla di circa 1,5 milioni di turisti cinesi, di cui 550 mila circa volano dalla Cina direttamente alla nostra penisola.

SOMMARIO:

Breve panoramica del turismo cinese in Italia

Secondo un’analisi dell’ENIT del 2019, l’Italia rappresenta la meta preferita dei visitatori cinesi in Europa e si colloca prima di Francia, Germania e Spagna. Roma è la seconda città più scelta, insieme a Venezia, Firenze e Milano. Inoltre, si sta sviluppando una nuova tendenza verso le mete del Sud Italia, dai siti Unesco di Pompei alla Valle dei Templi di Agrigento.

Oggi, infatti, il turismo cinese rappresenta il quarto principale mercato di provenienza dei flussi turistici diretti nel nostro Paese. Se pensiamo che è solo dal 2004 che la Cina ha concesso all’Italia lo status di ADS (Approved Destination Status) si tratta di un grandissimo risultato.

Il governo cinese inizia ad autorizzare viaggi organizzati di cittadini cinesi all’estero solo a partire dalla fine degli anni ’90, in seguito ad un processo di apertura economica e culturale. Così, dopo l’entrata ufficiale della Cina nella WTO nel 2001, l’Italia diventa, insieme ad altri Paesi europei, uno dei primi a firmare accordi bilaterali. Ciò inaugura una nuova fase di scambi turistici e culturali tra Italia e Cina.

L’ultimo aggiornamento UNESCO dichiara che l’Italia e la Cina vantano ormai lo stesso numero di siti patrimonio mondiale, cioè 55. Anche questo rappresenta un altro punto di incontro tra le due culture, che in ambito storico e turistico hanno moltissime somiglianze.

A livello europeo, Francia e Spagna sono in diretta competizione con l’Italia per vacanze dedicate allo shopping. Svizzera, Norvegia e Svezia per viaggi naturalistici; città d’arte e cultura sono ben vendute anche da Francia, Regno Unito, Germania e Spagna. Per viaggi esclusivi legati più alle tradizioni locali, l’Italia compete con Grecia, Spagna e Germania. 

Aspetti burocratici: il visto

Calcolare il numero esatto di turisti cinesi non è così semplice, né in Italia, né in Europa. Ci sono problemi strutturali legati alla rilevazione dei dati statistici che portano a registrare più volte lo stesso turista che pernotta in diverse regioni italiane o in diversi Paesi europei.

Perciò, le stime del numero di turisti cinesi in Europa oscillano fra i 5,5 e i 12 milioni, mentre per l’Italia si parla di circa 1,5 milioni. In particolare, in Italia si registrano più di 5 milioni di pernottamenti l’anno.

Uno degli aspetti che influenza di più la destinazione per questi turisti è la facilità con cui ottenere il visto. In particolare, la quantità di tempo necessaria per ottenerlo. A questa, si aggiungono il tipo e la quantità di documenti da consegnare obbligatoriamente e le spese delle procedure, spesso molto alte.

La questione dei visti verso l’Italia ha creato in passato molte difficoltà per il flusso di turisti cinesi, che hanno spesso dovuto rinunciare al viaggio per le complesse procedure da seguire. Si trattava principalmente di problemi legati alla mancanza di personale abbastanza qualificato e ai lunghi tempi di attesa. Per risolvere questo problema, gli uffici diplomatici italiani hanno da pochi anni affidato il processo ad un servizio gestito da una società privata e autorizzato dall’Ambasciata a ricevere le domande di visto: l’Italy Visa Application Center. Si occupa di seguire i cinesi richiedenti visto, mostrando loro i passi necessari da seguire in maniera più chiara e semplice.    

La valutazione e decisione delle richieste rimane comunque nelle mani dell’Ufficio Visti dell’Ambasciata, al quale i richiedenti visto possono sempre rivolgersi. Nel 2012 l’Ambasciata Italiana ha anche potenziato la propria attività in Cina aumentando il numero del personale e, in particolare, assumendo diversi dipendenti cinesi.

Visto ADS e visto FIT

È importante sottolineare la maggiore difficoltà di ottenere un visto FIT (individuale) rispetto ad un visto ADS (visto di gruppo organizzato tramite tour operator autorizzati). Spesso, infatti, i turisti cinesi preferiscono viaggiare in gruppo poiché ciò implica solo:

  • recarsi presso una delle agenzie turistiche locali autorizzate dalla China National Tourism Association e riconosciute da un’Ambasciata dell’Area Schengen;
  • compilare il modulo di richiesta;
  • fornire la documentazione necessaria sulla stabilità economica.

Per ottenere un visto FIT, invece, è indispensabile presentare le prenotazioni alberghiere e del volo di andata e ritorno. Prendere poi un appuntamento e recarsi personalmente presso l’Ambasciata Italiana per partecipare a un colloquio (con un’attesa dalle due alle tre settimane). Solo in seguito, è possibile procedere con la compilazione del modulo di domanda. Occorre infine presentare documenti che provino la solidità della propria posizione economica e il proprio interesse a tornare in Cina alla fine del viaggio.

Nel caso di visti ADS le procedure sono molto più semplificate poiché responsabile del rientro dei turisti in patria è l’operatore cinese. Ad ogni modo, l’Italia si è impegnata per affrontare queste problematiche e dal 2015 ha avviato il rilascio dei visti per i turisti FIT in 36 ore dall’arrivo del passaporto in Consolato/Ambasciata, salvo alcune eccezioni particolari.       

Inoltre, con lo scopo di presidiare al meglio il vasto territorio cinese, ad aprile 2016 sono stati aperti 11 nuovi centri visti e a dicembre 2019 è stato inaugurato ufficialmente l’ultimo presso Guangzhou. Al 2020, l’Italia presenta un totale di 15 centri per visto in Cina, tre Consolati a Chongqing, Guangzhou e Shanghai e un Consolato Generale a Hong Kong, oltre all’Ambasciata a Pechino.

Che cos’è il Welcome Chinese Project

Il Welcome Chinese Project è l’unico ente certificatore dell’accoglienza dei turisti cinesi nel mondo riconosciuto ufficialmente dalla Cina. Con l’obbiettivo di migliorare i servizi dedicati ai viaggiatori cinesi, nasce nel 2013 grazie al fondatore italiano Jacopo Sertoli. Questa certificazione fornisce assistenza e supporto alle industrie di viaggio internazionali per aggiornare la loro offerta dedicata ai clienti cinesi e una buona promozione in Cina.

Al 2016 sono oltre 500 le aziende certificate Welcome Chinese, in rappresentanza di 32 Paesi in tutto il mondo. L’Italia, con 150 operatori certificati al 2018, supera la media mondiale.

Tra le strutture e i servizi che hanno ottenuto questo riconoscimento, Trenitalia è uno dei più importanti. La società fornisce a bordo di Frecciarossa e Frecciargento messaggi di benvenuto e materiali in cinese mandarino, la possibilità di ordinare cibo orientale e il sito disponibile in versione cinese. 

Anche per quanto riguarda gli aeroporti, l’Italia la fa da padrona. Infatti, possiedono questa certificazione l’aeroporto di Roma, Venezia, Milano Bergamo e Bologna. Presentano servizi quali segnaletica e sito web in lingua cinese, acqua calda gratuita nei punti di ristorazione e pagamenti tramite Union Pay. Questo ha contribuito ad aumentare in modo significativo il turismo cinese in Italia.

Infatti, il traffico aereo tra Italia e Cina ha avuto importanti sviluppi negli ultimi anni: dal 2017 al 2018 ha registrato un incremento del 10%, raggiungendo nel 2019 le 56 frequenze settimanali. Grazie ad un accordo firmato all’inizio del 2020, inoltre, i collegamenti aerei avrebbero dovuto raggiungere le 108 frequenze settimanali entro l’anno, aggiungendone poi altre 28 a partire da metà 2021 e ulteriori 28 a partire da metà 2022. Questo avrebbe portato ad un totale di 164 voli.

Come sappiamo i recenti avvenimenti hanno sospeso temporaneamente molte iniziative tra Italia e Cina, ma speriamo che l’accordo sarà al più presto riconfermato in modo che l’Italia diventi la nazione europea con il numero più alto di collegamenti aerei con la Cina.



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