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Zone pilota per il cross-border e-commerce in Cina

Zone pilota per il cross-border e-commerce in Cina

cross-border e-commerce in cina

Le autorità cinesi sembrano intenzionate ad incentivare sempre più il cross-border e-commerce in Cina e l’apertura delle nuove zone pilota lo dimostra.

SOMMARIO:

L’appoggio del Governo al CBEC

Per cross-border e-commerce (CBEC) intendiamo quelle attività di compravendita online che avvengono oltre i confini nazionali. Un tipo di commercio online quindi che non prevede che il venditore operi direttamente nel paese dove viene effettuato l’acquisto. In Cina si tratta di un canale di vendita molto interessante che eviterebbe alle aziende straniere di dover sostenere i costi relativi alla registrazione della loro attività in loco.

In particolare, durante la pandemia le attività operanti in Cina tramite cross-border e-commerce hanno conosciuto una crescita continua. Anche i piccoli produttori hanno così potuto riscontrare una domanda per i loro prodotti fuori dai confini nazionali. Facciamo riferimento in questo caso a CBEC orientato all’export.

Allo stesso modo questo canale di vendita ha permesso ai consumatori cinesi di avere rapido accesso a una vasta gamma di prodotti anche non reperibili localmente. Parliamo in questo secondo caso di CBEC orientato all’import.

È per questo che il CBEC viene apertamente supportato dal Governo cinese che ha previsto una serie di incentivi.

  • Estensione della lista di prodotti autorizzati al commercio online transfrontaliero (versione 2019 in vigore dal 1° gennaio 2020) per favorire l’accesso dei consumatori cinesi a un maggior numero di beni stranieri. Nell’ultimo aggiornamento sono state aggiunte 92 voci e si prevede che questa positive list continuerà a includerne sempre più man mano che il governo regolamenta questo canale di vendita e la domanda da parte dei consumatori cinesi cresce.
  • Agevolazioni tariffarie per l’importazione e l’esportazione di determinati prodotti venduti tramite CBEC.
  • Apertura di nuove zone pilota e città pilota in Cina per l’importazione e l’esportazione di beni via CBEC. Il Governo inoltre incoraggia i dipartimenti governativi competenti a considerare di unirsi a questi programmi pilota e assistere le aziende nella costruzione e gestione congiunta di magazzini condivisi.

Zone pilota e città pilota per il CBEC

Ci sono due tipi di zone pilota per il CBEC, quelle così definite “comprehensive pilot zones for CBEC”, da distinguersi rispetto alle “pilot cities for CBEC retail importation”.

Le prime hanno raggiunto le 105 unità a seguito delle ultime nuove aperture a maggio 2020, dopo 5 anni dalla prima zona pilota di Hangzhou. Ad oggi sono coperte 30 tra province, municipalità e regioni autonome; la maggior parte di queste zone pilota si sono inizialmente concentrate nella parte orientale del Paese, ma si sono ora espanse verso zone interne e città di seconda e terza fascia.

Le seconde raggiungono quota 86 dopo le nuove aperture a gennaio 2020 che ha visto anche l’aggiunta dell’intera isola Hainan. Spesso queste coincidono geograficamente con le prime, ma se ne differenziano. In cosa?

Le “comprehensive pilot zones for CBEC” sono dedicate ad assistere quelle aziende cinesi che vogliono entrare nel commercio elettronico globale. Sono la casa ideale per aziende produttrici, aziende dell’export, piattaforme e-commerce, operatori della logistica e aziende di servizi finanziari. Qui possono beneficiare di trattamenti fiscali preferenziali, come l’esenzione dal pagamento dell’IVA e dall’imposta sui consumi o la riduzione della tassa sul reddito d’impresa.

Invece, le “pilot cities for CBEC retail importation”, come suggerisce il nome, sono zone dedicate alla promozione del cross-border e-commerce in entrata. Mirano quindi a facilitare l’entrata di prodotti stranieri in Cina venduti da aziende straniere, anche sprovviste di business license cinese, direttamente ai consumatori cinesi; posto naturalmente che questi prodotti rientrino nella CBEC positive list sopra citata.

CBEC Retail Importation Program

Il “CBEC retail importation program” è un’iniziativa governativa progettata per rendere più semplice l’importazione di prodotti stranieri destinati all’uso personale dei consumatori cinesi, quindi non destinati alla rivendita. Le città pilota che si sono unite a questo programma offrono alle aziende straniere la possibilità di gestire le spedizioni della merce ordinata direttamente da magazzini siti nella zona franca dove i prodotti possono essere stoccati temporaneamente. Una volta effettuato l’ordine, il prodotto in questione verrà sdoganato e spedito all’acquirente da un’azienda di logistica. Questa modalità prevede che ci sia un discreto inventario della merce in vendita disponibile a magazzino, ma le consegne sono veloci e competitive rispetto agli standard locali.

È comunque possibile vendere i propri prodotti cross-border attraverso una spedizione diretta dall’azienda che vende/produce all’estero al consumatore finale in Cina attraverso spedizionieri internazionali; la merce dovrà comunque passare attraverso le solite procedure di sdoganamento naturalmente. Solitamente questa spedizione avviene via aerea per questione di tempo ed è applicata a modelli di business B2C su piccola scala. Questa modalità non prevede lo stoccaggio di merce in Cina, ma è più complicata la gestione degli ordini da un punto di vista logistico; inoltre, rischia di non essere all’altezza degli standard dei consumatori locali abituati a spedizioni ultra veloci e servizio post-vendita efficiente.

Vantaggi per le aziende straniere che vogliono vendere in Cina

Oltre alla possibilità di usufruire di questi magazzini, in queste città pilota le procedure di sdoganamento, controlli della merce in entrata e riscossione delle imposte sono estremamente semplificate. È inoltre possibile beneficiare di servizi finanziari e logistici erogati da aziende specializzate che si trovano proprio in queste aree.

Ci sono poi degli incentivi finanziari. Ad esempio, sotto certi limiti di importo delle transazioni i prodotti che rientrano nella CBEC positive list possono essere esenti da dazi doganali e avere un’importante riduzione (l’imponibile è temporaneamente calcolato al 70%) su IVA e imposta sui consumi. Da gennaio 2019 il limite stabilito è: 2.000 RMB – 5.000 RMB per la singola transazione, e la quota annuale per persona 20.000 RMB – 26.000 RMB di merce importata. Oltre questi limiti i consumatori dovranno farsi carico della totalità delle imposte, fatto di cui tenere conto quando si stabilisce il prezzo finale da esibire sulla piattaforma scelta.

Ci si aspetta comunque che la Cina aumenterà i provvedimenti a sostegno del cross-border e-commerce che si è rivelato fondamentale a seguito della pandemia. Allo stesso modo si attendono nuove misure che ne regoleranno il funzionamento. Perciò gli investitori stranieri interessati al cross-border e-commerce come modalità di entrata in Cina dovranno fare attenzione a restare sempre aggiornati sugli ultimi sviluppi in materia.



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