Shanghai: il nuovo regolamento sullo smaltimento dei rifiuti
Lo scorso 1° luglio, la municipalità di Shanghai ha introdotto un nuovo regolamento sullo smaltimento dei rifiuti urbani, da implementare entro il 2020. La nuova legge marca un passo avanti nel percorso verso la “Ecological Civilization”, fortemente supportata dalla leadership cinese.
Verso la “Ecological Civilization”
Il nuovo regolamento sullo smaltimento dei rifiuti urbani di Shanghai è entrato in vigore lo scorso 1° luglio, con effetto immediato su privati, agenzie governative ed imprese. La legge, annunciata lo scorso 1° gennaio, è da considerarsi come facente parte del piano del governo cinese impegnatosi ad innalzare fino al 35% la percentuale di rifiuti riciclati in 46 città pilota cinesi entro il 2020.
Il 2025 è invece la deadline stabilita per l’implementazione di un sistema di riciclaggio dei rifiuti urbani su piano nazionale. Ad oggi, la percentuale di riciclo in Cina si attesta intorno al 20%, al di sotto della media regionale. L’attenzione posta sul riciclaggio dei rifiuti è uno degli indicatori della rinnovata attenzione della leadership cinese verso la questione della sostenibilità ambientale, inscritta nella bandiera ideologica della Ecological Civilization promossa dal presidente Xi Jinping.
Il nuovo regolamento sui rifiuti
La nuova legge introdotta dalla municipalità di Shanghai lo scorso 1° luglio divide i rifiuti urbani in quattro nuove categorie: umido, secco, riciclabile e rifiuti pericolosi. La mancata osservazione della nuova legge comporta multe di 200 RMB per gli individui; ulteriori ripercussioni comportano l’abbassamento del Credito Sociale dell’individuo inadempiente, fino all’inserimento in una lista nera della municipalità.
A seguito delle difficoltà riscontrate dai cittadini durante i primi giorni, la risposta del mercato delle app non si è fatta attendere. Wechat e Alipay offrono già programmi e applicazioni dedicate all’identificazione del giusto smaltimento per ogni tipo di rifiuto.
Ripercussioni sulle imprese
L’implementazione del sistema si basa ad oggi sulle sanzioni, che per le imprese possono ammontare fino a 50.000 RMB. La nuova legge differisce così dalle politiche “green”, come l’introduzione delle energie rinnovabili, che in genere venivano promosse anche grazie ad una combinazione di incentivi e sussidi. Ciò nonostante, ogni ufficio, impresa o agenzia governativa riceverà dalla municipalità i contenitori predisposti al corretto smistamento dei rifiuti.
I settori maggiormente colpiti dalla nuova legge sono quello dell’ospitalità e della ristorazione, date le nuove restrizioni sulla fornitura di articoli usa e getta. Inoltre, aziende e uffici governativi subiranno restrizioni nell’uso di bicchieri di plastica. L’adozione di nuove opzioni in materiale riciclato/riciclabile è pertanto consigliata.
Non sono state indicate ulteriori restrizioni per le imprese, oltre alla già esistente “Legge sulla prevenzione e controllo dell’inquinamento ambientale prodotto dai rifiuti solidi”. Ciò nonostante, date le ripercussioni sul Sistema di Credito Sociale già in funzione su parte dei cittadini e delle aziende cinesi, con la possibile introduzione di un Corporate Social Credit Score anche per le aziende straniere, enti quali la Camera di Commercio Europea in Cina mettono in guardia verso i rischi potenziali.
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Fonti:
Neolaureata in Scienze Internazionali presso l’Università di Torino e la Zhejiang University. Della Cina, ricerco le strutture politiche ed economiche sottese alle notizie di ogni giorno. Qui, le condenso in 400 parole.