Belt and Road e retorica: l’importanza della storia
La presentazione del progetto della Belt and Road esemplifica come nella retorica cinese siano importanti i riferimenti storici. Al giorno d’oggi poche civiltà possono vantare una longevità come quella cinese. Come vedremo, la storia può essere usata come efficace strumento retorico.
SOMMARIO
- L’importanza della storiografia per i cinesi
- Alcuni cenni storici sulla Via della Seta Antica
- La BRI e il richiamo all’antica Via della Seta
- I richiami storici durante la presentazione del progetto OBOR
- Zhang Qian
- Zheng He
- La storia di una terra è la storia della sua popolazione
- Conclusioni
L’importanza della storiografia per i cinesi
In Cina fin dall’antichità si attribuisce grande valore alla storiografia come mezzo per modellare la cultura. Con il passare dei secoli l’attività storiografica assunse sempre maggiore rilevanza, tanto che tramandare la storia diventò uno dei compiti del sistema burocratico imperiale. Si passò dallo storico come figura indipendente, alla nomina di storici di corte, fino alla fondazione di un vero e proprio ufficio della storia (使馆 shiguan).
La storia per i cinesi aveva la funzione di uno “specchio”, attraverso il quale si poteva osservare il presente per criticarlo e correggerlo. Inoltre, attraverso la sua scrittura il potere imperiale traeva forza e autorevolezza. Infatti, quando veniva rovesciata una dinastia, scriverne la storia era proprio uno dei primi compiti dei nuovi regnanti. Questo serviva anche a legittimare il potere del nuovo governo.
Tra tutte le opere storiografiche, Memorie di uno Storico (史记 Shiji) di Sima Qian 司马迁 (145-86 a.C.) occupa un ruolo fondamentale in quanto è divenuta il modello di tutta la produzione storiografica ufficiale successiva. Nella sua opera, Sima Qian ripercorre in modo minuzioso gli eventi che vanno dalle origini mitiche dell’impero cinese fino agli anni in cui ha vissuto. La precisione di queste narrazioni è di grande aiuto agli storici contemporanei. Ha permesso, tra l’altro, di individuare l’esatta posizione della tomba del primo imperatore, conosciuta nel mondo per l’esercito di terracotta.
Alcuni cenni storici sulla Via della Seta Antica
Le origini del nome
Con il termine Via della Seta si identifica l’insieme di vie carovaniere che nell’antichità univano Occidente e Oriente e che avevano come punti di origine ideali rispettivamente Roma e Chang’an (l’antica capitale cinese, oggi Xi’an), ma che si diramavano anche in tutta l’Asia Centrale e in Medio Oriente.
In realtà il termine ha origini piuttosto moderne. Comparve per la prima volta nel 1877 ad opera del barone Ferdinand Von Richthofen, studioso ed esploratore tedesco che utilizzò il termine Seidenstrabe per descrivere le antiche direttrici commerciali percorse durante i suoi viaggi.
Le Vie della Seta
Nell’antichità la Via della Seta non fu un’unica grande via, ma piuttosto un reticolo di strade, vie fluviali e rotte marittime; né tantomeno i suoi percorsi rimasero inalterati nel tempo. Piuttosto, essi dipesero dalle relazioni che i vari popoli instaurarono tra di loro nel corso dei secoli. Soprattutto, la Via della Seta è stata il frutto della volontà e dell’interesse dei popoli antichi di incontrarsi, oltre che di assumersi l’onere di espandere, difendere e mantenere queste vie.
Lungo di essa si diffusero nuove conoscenze e credo religiosi, come per esempio il buddhismo dall’India e l’Islam, che si diffuse in Asia tra il settimo e l’ottavo secolo d.C. fino a raggiungere Xi’an.
Nascita, sviluppo e declino della Via della Seta
Il primo a dare impulso alle comunicazioni regolari tra Occidente e Oriente fu Alessandro Magno, che si spinse con le sue conquiste fino all’odierno Tagikistan. Qui fondò Alessandria Eschate, ovvero l’ultima Alessandria.
In seguito, le tante civiltà che si susseguirono instaurarono una fitta rete di scambi, contribuendo alla crescita della Via della Seta. Un esempio è il dimenticato impero Kushana che tra il primo e il terzo secolo d.C. controllò le principali rotte commerciali da est a ovest. Per questo ospitò credo differenti e al suo interno si dovette imparare a leggere e a scrivere in lingue diverse.
A suo tempo Chang’an, l’antica capitale cinese, con un milione di abitanti era forse la più grande città del mondo. Punto di partenza e di arrivo della Via della Seta, ospitò mercanti, viaggiatori e fuggiaschi provenienti da ogni dove, portando a coesistere diverse culture e tradizioni.
Infine, quando la dinastia Ming decise di chiudere le porte della Cina ai rapporti con l’esterno, la Via della Seta iniziò il suo declino, per poi venire definitivamente abbandonata con la divisione del mondo in blocchi durante la guerra fredda.
La BRI e il richiamo all’antica Via della Seta
Nonostante la Belt and Road Initiative si ispiri, quantomeno nella retorica, all’originaria Via della Seta, le due vie del presente e del passato sono diverse sotto molti punti di vista.
Innanzitutto, esse si differenziano per dimensioni e complessità. Infatti, il progetto cinese nel tempo è cresciuto fino ad accogliere stati membri da ogni parte del globo, Americhe comprese. Per di più, la nuova Via della Seta oltre a strade, ferrovie e rotte marittime prevede anche oleodotti e gasdotti, per non parlare del progetto dell’ambiziosa Via della Seta dei Ghiacci.
Un’altra differenza fondamentale è data dal fatto che, mentre la Via della Seta antica è stata il frutto della volontà di una pluralità di popoli che a mano a mano la ampliarono, la BRI appare fondamentalmente come il frutto della volontà di un unico grande attore internazionale, la Cina.
Similitudini si riscontrano invece, nella natura ondivaga che accomuna entrambe. Proprio come nell’antichità, anche il progetto del presidente Xi dipende dagli accordi che di volta in volta vengono raggiunti con gli altri paesi. Ciò ha fatto sì che dalle mappe del progetto pubblicate negli anni sia possibile vedere numerosi cambiamenti ed evoluzioni.
Infine, paragonando la Belt and Road Initiative all’antica Via della Seta si fa riferimento alla convivenza pacifica di culture e civiltà diverse. Infatti, la BRI viene presentata come un piano dal carattere pacifico, aperto a tutti in nome della fratellanza tra i popoli.
I richiami storici durante la presentazione del progetto OBOR
Nel 2013 Xi Jinping presentò al mondo il suo progetto One Belt One Road (prima denominazione della BRI) in due luoghi e in due momenti non casuali.
Innanzitutto, scelse l’Università di Nazarbayev ad Astana, in Kazakistan. Qui in settembre presentò il progetto della costruzione di una cintura economica lungo la Via della Seta attraverso lo sviluppo di una rete infrastrutturale per collegare l’oceano Pacifico al mar Baltico e tra di loro l’Asia orientale, il Medio Oriente e l’Asia meridionale. Ad ottobre invece, al parlamento indonesiano, durante il 20° vertice Cina-Asean completò il quadro dell’iniziativa presentando una Via della Seta marittima che collegasse il Pacifico al Mediterraneo.
Il presidente Xi in entrambe le occasioni presentò la Belt and Road servendosi della storia come elemento di retorica per dare forza alle sue parole. In particolare, rievocò due personaggi storici cinesi che nell’antichità più di tutti contribuirono ai rapporti della Cina con le altre nazioni.
Zhang Qian
Ad Astana il presidente Xi Jinping fece riferimento a Zhang Qian, che si potrebbe definire il padre orientale e lo scopritore della Via della Seta.
Nel secondo secolo a.C., gli Xiongnu preoccuparono diversi popoli dell’Asia centrale con continue incursioni. Nel 138 a.C. la corte dell’imperatore Wu della dinastia Han inviò Zhang Qian in una missione segreta nelle misteriose regioni dell’Ovest, alla ricerca di un’alleanza difensiva. Egli però fallì, fu fatto prigioniero e rimase a lungo alla corte Xiongnu.
Tuttavia, quando tredici anni dopo fece ritorno in patria, poté fornire all’imperatore una serie di descrizioni geografiche e politiche di città e regni prima di allora sconosciuti, nonché di rotte e di commerci che già riguardavano l’impero, ma di cui la corte non era ancora a conoscenza. Queste scoperte ebbero conseguenze enormi, portando alla costruzione di strade e di strutture difensive, oltre che all’insediamento stabile di guarnigioni che ne assicurassero il controllo.
Zheng He
Al parlamento indonesiano, invece, il presidente Xi ha utilizzato la narrazione eroica delle esplorazioni marittime dell’ammiraglio Zheng He per presentare il progetto della Via della Seta Marittima del XXI secolo.
Eunuco comandante dell’esercito alla corte dell’imperatore Yongle della dinastia Ming, fu nominato ammiraglio e incaricato di sette spedizioni navali tra il 1405 e il 1433, che gli valsero il riconoscimento di più grande navigatore, ammiraglio e ambasciatore cinese.
I viaggi che intraprese allo scopo di riscuotere tributi e di trovare nuovi paesi con cui instaurare rapporti commerciali, lo portarono ad esplorare il Sud-Est asiatico e l’oceano Indiano, come pure l’Africa e il mar Rosso, fino al golfo Persico. Secondo una teoria rigettata dagli storici, durante la sesta spedizione avrebbe addirittura raggiunto l’Australia e le Americhe fino a raggiungere la Groenlandia. Tali eventi sarebbero stati occultati dalla stessa dinastia Ming per scongiurare spedizioni successive che avrebbero svuotato le casse statali.
La storia di una terra è la storia della sua popolazione
Nelle prime battute del suo discorso in Kazakistan, Xi Jinping afferma che “la storia di una terra è la storia della sua popolazione”. In questo senso, Zhang Qian e Zheng He vengono citati in quanto illustri predecessori che, con le loro imprese, in passato hanno già permesso alla Cina di incontrare popoli vicini e lontani, instaurando rapporti positivi di mutuo beneficio ed intessendo legami duraturi.
Facendo riferimento al concetto cinese di guanxi 关系, essi testimoniano la solidità dei rapporti tra la Cina e i paesi scelti per presentare la BRI. A riprova di ciò e di come il ricorso alla storia sia funzionale alla retorica della Belt and Road, sempre nel discorso ad Astana, oltre alla Via della Seta e Zhang Qian, viene citata una serie di altre storie di personaggi cinesi e kazaki che dimostrano la relazione di amicizia e di fiducia che unisce i due popoli.
Conclusioni
La Belt and Road initiative è un ambizioso progetto infrastrutturale lanciato dal presidente Xi Jinping nel 2013 che coinvolge diversi paesi in tutto il mondo.
Nel discorso di presentazione del progetto in Kazakistan e in Indonesia, il presidente Xi cita due personaggi chiave: Zhang Qian e Zheng He. Alla luce delle loro storie, appare chiaro quale sia il contributo di questi personaggi storici alla narrazione cinese. Come da manuale di politica estera cinese, appare infatti evidente come il richiamo alla Via della seta sia funzionale alla retorica cinese per presentare la Belt and Road nell’ottica della fratellanza tra i popoli e dell’interesse comune.
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Fonti:
- La Belt and Road Initiative: la nuova Via della Seta e la Cina globale, Bertozzi Diego Angelo (2019), Imprimatur Srl
- Cultura cinese. Segno, scrittura e civiltà, Alessandra C. Lavagnino (2013), Carocci editore
- Zheng He, vita e missioni di un grande ammiraglio cinese, Cina in Italia
- Conferenza Dino Gavinelli, La nuova Via della Seta, 16 novembre 2018
Laureato in mediazione linguistica in cinese all’Università degli Studi di Milano, ho studiato alla Nankai University di Tianjin e lavorato in Cina come insegnante d’Italiano. La dimensione economica e politica cinese mi affascina, così come i rapidissimi cambiamenti sociali.