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Il mondo dell’arte contemporanea si sposta in Cina

Il mondo dell’arte contemporanea si sposta in Cina

arte contemporanea

Il mondo dell’arte contemporanea in Cina è in continua evoluzione. La Cina è, anche in questo ambito, un nuovo leader e tiene già le redini del mondo dell’arte contemporanea. Case d’asta, gallerie ed artisti hanno particolare interesse a produrre e a vendere in Cina. Con la repentina crescita economica degli ultimi vent’anni, la Cina ha visto non solo l’auge di una nuova generazione di consumatori, ma anche l’esordire di miliardari che hanno sorpreso il mercato artistico occidentale. La floridità economica ha di conseguenza favorito il fiorire di numerosi artisti cinesi contemporanei, e nonostante il duro colpo inflitto dalla pandemia, l’industria artistica sembra essersi ripresa a pieno ritmo.

SOMMARIO

Una capitale artistica non convenzionale

Quando si parla di arte contemporanea, vengono mente città come Londra, Parigi e New York, Berlino. Shanghai e Pechino sono i due nuovi arrivati nella scena artistica contemporanea. La Cina è diventata uno “stato dell’arte” meno convenzionale delle classiche capitali occidentali. Il mercato artistico in Cina è cresciuto alla velocità della luce vedendo anche il fiorire di case d’asta che, in pochissimi anni, sono diventate i principali competitors delle storiche Sotheby’s e Christie’s. Mi riferisco alla Beijing Poly Auction House e alla China Guardian Auction House.

La prima grande casa d’aste ad emergere in Cina è stata la China Guardian, fondata nel 1993 da Wang Yannan, figlia di Zhao Ziyang, ex premier della RPC. Nel 2005, China Guardian è stata eclissata dall’ascesa fulminea della Beijing Poly Auction House di proprietà statale. Poly fa parte della China Poly Group Corporation, una grande impresa statale al 55% creata dal Consiglio di Stato nel 1992.

Se Sotheby’s e Christie’s sono giganti puramente commerciali, Poly e Guardian sono qualcos’altro. Sono certamente dei giganti che dominano l’industria delle aste d’arte nazionali, ma Poly in particolare è anche un’estensione diretta dello Stato. Quel che accade con l’arte tradizionale cinese è una preoccupazione significativa per il Governo. Parte di questa sensibilità riguarda il rimpatrio di opere rubate dall’Occidente nel corso dei secoli. Molte delle opere restituite possono essere viste nella sede di Poly a Pechino. Ad oggi la Poly Auction è la terza casa d’asta al mondo e la prima in Cina.

La competizione Cinese di Christie’s e Sotheby’s

Christie’s e Sotheby’s hanno tenuto le loro prime aste nella Cina continentale alla fine del 2013. E questo li ha portati per la prima volta sul terreno di casa di Poly e Guardian. In Cina le case d’asta straniere possono trattare solo orologi, vino, gioielli e arte contemporanea, non oggetti d’antiquariato cinesi, dipinti cinesi classici o altri oggetti precedenti al 1911. Ciò include calligrafia e opere antiche, le aree a cui i collezionisti cinesi sono più interessati, il cui mercato è gestito esclusivamente dalle case d’asta cinesi.

Quindi il commercio di arte tradizionale cinese all’interno del territorio è monopolio della Poly e della Guardian . Molti Cinesi sono disposti a pagare tanto per un dipinto a inchiostro cinese quanto per un Picasso o un Warhol. Nel 2011 secondo la società di ricerca Artprice, molti degli artisti occidentali più ricercati sono stati estromessi dalla loro posizione di artisti più venduti all’asta da pittori cinesi di cui si sente parlare poco in Occidente, come Zhang Daqian e Qi Baishi.

Arte: collezionismo o investimento?

Definire come viene percepita la compravendita artistica in Cina non è semplice. Una tendenza comunque prevalente è il comprare opere d’arte a scopo di investimento. Questa tendenza in Cina riguarda in particolar modo l’arte contemporanea. Ciò ha portato al successo molti nuovi artisti, spesso non ancora maturi per la critica e la storia dell’arte. Ad oggi, città come Shanghai e Pechino sono un terreno fertile per il proliferare di nuovi talenti artistici da tenere d’occhio come investimento. Naturalmente in Cina si parla anche molto di collezionismo. Possedere una determinata opera d’arte in casa è naturalmente un modo per definire uno status symbol, quindi un investimento sulla persona.

Lu Yiqian è forse il più famoso collezionista d’arte in Cina. Arrivò agli onori della cronaca nel 2015 come l’ex-tassista di Shanghai che comprò un Modigliani per 170 milioni di dollari pagando con una American Express. Liu Yiqian è prima di tutto un uomo d’affari che investendo in borsa ha creato la sua fortuna ed opportunità di coltivare la sua grande passione per l’arte. Ha fondato insieme alla moglie il Long Museum, tra i musei e spazi espositivi di arte contemporanea più importanti della città di Shanghai.

Liu Yiqian - arte contemporanea Cina
Liu Yiqian e “Nu’ couche” di Amedeo Modigliani

Una consapevolezza artistica che spazia tra occidente ed oriente

In Cina vengono battute all’asta pezzi di arte cinese tanto quanto opere d’arte occidentali, come abbiamo già visto nel caso di Liu Yiqian. Quando si parla di arte in Cina bisogna considerare che chi si muove in questo mondo conosce ed apprezza il valore di un Picasso tanto quanto di un Qi Baishi. Specialmente se parliamo di 富二代 Fù èr dài, la seconda generazione di ricchi in Cina. Eredi della ricchezza accumulata dai genitori con le politiche di apertura di Deng Xiaoping, la seconda generazione di ricchi in Cina ha studiato in Europa ed ha avuto l’occasione di conoscere il mondo ed apprezzare anche l’arte occidentale.

Il più giovane collezionista d’arte in Cina nel 2013, a poco più di 26 anni, acquistò un dipinto di Zeng Fanzhi da un milione di dollari. Parlo di Michael Xufu Huang, Forbes Under 30 e co-fondatore del M WOODS di Pechino, uno tra i più importanti spazi museali di arte contemporanea in Cina. Figure come Huang hanno una consapevolezza artistica che non si ferma in Cina.

Micheal Xufu Huang  - arte contemporanea Cina
Micheal Xufu Huang

I principali artisti cinesi contemporanei

Se i collezionisti cinesi si stanno interessando sempre di più all’arte occidentale, i giovani artisti cinesi si stanno facendo notare sempre di più all’estero. Tra i principali 500 artisti nel mondo, il 32% è cinese, a seguire il 19% americano e l’8% britannico. Nella lista stilata da Artsy dei 20 più influenti artisti del 2020 compare Liu Ye, la cui mostra “Storytelling” è stata esposta alla Fondazione Prada di Milano lo scorso anno a gennaio. I dipinti di Liu Ye sono ingannevolmente allegri. Sotto la loro semplicità infantile, quasi da cartone animato, le opere guardano criticamente ai gravi problemi della globalizzazione, alla crisi economica e al senso di innocenza infantile perduta nella Cina Maoista.

Liu Ye, Romeo, 2002 - arte contemporanea cinese
Liu Ye, Romeo, 2002. Fu Ruide Collection

Un altro artista cinese contemporaneo degno di nota è Zheng Fanzhi, famoso per le sua “Mask series”. Questa sue serie di dipinti rappresenta cittadini ben vestiti che si nascondono dietro le maschere intensificando ulteriormente un senso di alienazione. Influenzato dall’Espressionismo tedesco, Zeng rappresenta le sue figure con grandi teste, tratti esagerati delineati da pennellate audaci. Nell’ottobre 2013, Sotheby’s Hong Kong ha venduto “The Last Supper” di Zeng Fanzhi per 23,3 milioni di dollari, stabilendo un nuovo record per le opere d’arte asiatiche contemporanee.

Zeng Fanzhi – The Last Supper, 2001
Zeng Fanzhi – The Last Supper, 2001, oil on canvas, 220 x 395 cm (86 x 155½ in.)

Tra gli artisti che hanno definito lo scenario contemporaneo cinese compaiono i nomi di Qiu Zhijie (curatore del padiglione Cinese alla Biennale di Venezia del 2017) Cao Fei, Zhang Huang e Cai-Guo Qiang.

Il mondo dell’arte post-pandemia

L’industria artistica cinese è in evoluzione ed in costante crescita e, nonostante il duro colpo ricevuto a causa dell’emergenza sanitaria COVID-19, si sta riprendendo. L’Art Basel di Hong Kong è stata cancellata per il secondo anno consecutivo, ma allo stesso tempo la Bienale di Shanghai è stata inaugurata lo scorso novembre senza problemi. Tra alti e bassi il mondo dell’arte persiste e si adatta alla nuova realtà digitale.

Sicuramente questa situazione porterà a dei cambiamenti a lungo termine nel modo di percepire e comprare arte, basti pensare al recente successo della Crypto Art e degli NFT (Not Fungible Token), che prevedo avere un grandissimo potenziale in Cina. In Cina durante la pandemia si sono sfruttare tutte le risorse digitali. Musei e Gallerie di sono adattati velocemente alla nuova realtà da lockdown favorendo l’arte digitale e visite 3D.

Lo scorso marzo è stata inaugurata a Pechino la prima grande esposizione di Crypto Art, includendo anche le opere dell’artista americano Beeple, che all’inizio di marzo ha venduto con Christie’s un collage di GIFs animate per la cifra record di 60,3 milioni di dollari. La mania Blockchain quindi è arrivata anche in Cina ed è stata curata ed ospitata da BlockCreateArt (BCA), il primo marchio di crypto art in Cina, in collaborazione dalla società di criptovaluta Digital Finance Group e Winkrypto, un gruppo di marketing crittografico. Il futuro dell’arte è digitale, e la Cina non arriverà certo ultima in questo ambito. Ci sarà solo da aspettare. What’s Next?



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