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Hong Kong: il Museo M+ di arte contemporanea è pronto ad aprire

Hong Kong: il Museo M+ di arte contemporanea è pronto ad aprire

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A distanza di dieci anni dall’avvio del progetto per il più importante museo di cultura visiva contemporanea dell’Asia, il Museo M+ di Hong Kong annuncia l’apertura al pubblico entro il 2021.

SOMMARIO

Il distretto culturale West Kowloon

Affacciato sul lungomare di Victoria Harbour, il museo M+ costituisce un importante tassello di un progetto più ampio. Esso è infatti parte del distretto culturale di West Kowloon (West Kowloon Cultural District), situato nella penisola Kownloon della città di Hong Kong. Il distretto si estende su un’area di 40 ettari e punta ad ospitare 17 spazi dedicati all’arte, alla cultura e all’educazione, oltre ad un parco e ad aree verdi. Concepito per diventare uno dei più importanti poli culturali del mondo, West Kowloon punta ad integrare espressioni artistiche, finalità educative e ambiente naturale.

Attualmente, passeggiando per il distretto, il visitatore potrà godersi un’opera tradizionale Cinese Xiqu presso lo Xiqu Centre; potrà entrare in contatto con una performance di un artista locale emergente o partecipare ad un evento all’interno del “cubo” Freespace; poi passeggiare nell’Art Park e nel Nursery Park, il cuore verde e rigoglioso di West Kowloon; rilassarsi all’interno del Competition Pavillion, opera vincitrice della Hong Kong Young Architects and Designers Competition; infine, potrà addentrarsi nell’appena concluso edificio del Museo M+, il “pezzo forte” del distretto, e ammirare le opere d’arte al suo interno.  

Entro il 2024, due nuovi ambienti potrebbero essere accessibili al visitatore. Nel 2022, l’Hong Kong Palace Museum, con una collezione di dipinti, calligrafie, decorazioni e volumi antichi. L’ultimo edificio previsto sarà invece il Lyric Theatre Complex, un grande complesso che ospiterà tre teatri, di cui uno lirico da 1450 posti.

Hong Kong, Kowloon, West Kowloon Cultural DIstrict e Victoria Harbour

Il Museo M+

Nonostante il museo M+ abbia ottenuto una sede fisica soltanto di recente, è attivo come ente organizzatore di mostre, esibizioni e programmi pubblici a partire dal 2012. Inizialmente sfruttando location diverse per le sue “Mobile exhibitions” e poi, dal 2016, esponendo nell’M+ Pavillion, il Museo si è affermato come istituzione con una sua rilevanza ed una sua identità. Con più di 5000 pezzi di visual art nella sua collezione (dall’architettura, al design, dalla fotografia, alla pittura, dai video, ai tessuti, etc.), M+ non aspettava altro che la sua “casa” per essere a tutti gli effetti il più importante museo di cultura visuale contemporanea dell’Asia.

L’imponente edificio è stato finalmente completato a marzo (Comunicato stampa). Esso è il risultato della collaborazione tra lo studio di architettura svizzero Herzog & de Meuron con TFP Farrells e Arup. La monumentale forma a T rovesciata interseca un grande volume orizzontale con una torre verticale per un totale di 65.000 mq, di cui 17.000 di spazio espositivo ripartito in 33 gallerie. Oltre alle gallerie, il blocco orizzontale (“podium”) ospiterà anche tre cinema, una mediateca, un learning hub, un centro di ricerca, shop, ristoranti e caffetterie. Il tetto del podio è un grande giardino panoramico su Victoria Harbour. La torre, invece, sarà adibita ad ospitare gli uffici.

L’edificio del Museo M+ è opera dello studio di architettura Herzog & de Meuron.

All’interno del Museo: la collezione Sigg

L’ambizione del Museo di diventare uno dei maggiori centri di arte contemporanea al mondo è validata dalla rilevanza delle sue collezioni. In particolare, spicca tra tutte la collezione Sigg, di cui M+ è diventato il privilegiato destinatario. Uli Sigg, il più importante collezionista al mondo di arte contemporanea cinese, ha infatti donato al Museo 1463 pezzi della sua collezione per un valore di 1,3 miliardi di HKD. Questa raccoglie il lavoro di 325 artisti cinesi (tra cui Zhang Peili, Geng Jianyi, Gu Dexin, Ai Weiwei, Fang Lijun, ecc.) ed è da considerarsi un vero e proprio “documento storico” di un’epoca artistica cinese.

Infatti, a differenza della maggior parte dei collezionisti privati, tendenzialmente influenzati dal loro gusto personale, Uli Sigg è stato l’unico (né altri individui, né istituzioni l’hanno fatto prima di lui) a costruire nel tempo il corpus di pezzi d’arte contemporanea cinese più completo in assoluto. Spinto dall’intuizione che nessun altro avrebbe potuto custodire queste opere, Sigg ha raccolto in modo sistematico tutto ciò che l’arte cinese poteva offrirgli dal 1979 al 2009. La sua collezione attraversa indifferentemente le età, i mezzi di espressione e la geografia del paese.

Dopo 33 anni di collezionismo, nel 2012 Sigg ha espresso la sua intenzione di “Restituire alla Cina qualcosa di quello che mi ha dato. Un viaggio incredibile, la cui essenza sono stati i tanti incontri con gli artisti cinesi. Questo è il mio contributo. Permettere a questi artisti di avere uno spazio all’M+ e di poter interagire attraverso le loro opere con un pubblico internazionale e cinese. E non c’è posto migliore dell’M+ per fare tutto ciò”.

Il collezionista svizzero Uli Sigg. Dietro di lui un dipinto della serie Bloodlines di Zhang Xiaogang

Un passato di ritardi e qualche incertezza per il futuro

Nonostante le straordinarie premesse su cui poggia il nuovo museo di arte contemporanea di Hong Kong, la storia passata del museo M+ e quella che verrà non sembrano essere esenti da ostacoli.

Il progetto è infatti noto nella cronaca locale per essere stato complesso, elefantiaco e burrascoso. L’inaugurazione prevista nel 2017, dopo 5 anni dalla selezione del progetto di Herzog & de Meuron, è slittata al 2020. Causa del ritardo è stato il brusco recesso del contratto con il maggior appaltatore dell’edificio. A novembre dell’anno scorso, è stato anche rimosso dal suo incarico, senza nessuna ragione ufficiale, il direttore esecutivo del distretto.

La testata hongkonghese South China Morning Post riporta che da una previsione di spesa iniziale di 21,6 milioni di HKD, l’investimento del governo di HK nella costruzione del distretto culturale avrebbe invece toccato il picco di 70 milioni. Con il turismo internazionale in stallo a causa della pandemia di Covid-19, l’ambizioso progetto del West Kowloon Cultural District potrebbe rivelarsi economicamente insostenibile.

Infine, il clima politico della città è profondamente mutato in seguito all’imposizione della Legge sulla Sicurezza Nazionale (Giugno 2020) da parte del governo di Pechino. Si temono ripercussioni sulla libertà espositiva dell’M+ nei confronti di opere che raccontano temi controversi e sensibili per il governo centrale, così come nei confronti di artisti dissidenti, per esempio Ai Weiwei. La direttrice Suhanya Raffel, tuttavia, ha rassicurato su questo punto la massima apertura e il rigore accademico come unico criterio di selezione delle opere in mostra.

Conclusione

Grazie ad una collezione così preziosa e ad un edificio di grandioso valore architettonico, il Museo M+ di Hong Kong ha tutte le carte in regola per diventare uno dei più importanti musei di cultura visiva contemporanea al mondo. Viste le proporzioni del distretto culturale e l’attuale instabilità, sia della città di Hong Kong, che del mondo intero, numerose sono le sfide da affrontare. A seconda di come verranno gestite, si determinerà il successo dell’M+.

Intanto, per visitare il museo in anteprima, clicca qui.



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