Turismo Italia – Cina: risvolti e opportunità
Il grande progetto per il turismo Italia-Cina 2020 è stato messo in crisi, ma non è tutto perduto. Vi sono delle basi solide e delle innovazioni digitali che potranno non fare altro che arricchire le iniziative turistiche e culturali tra i due Paesi rimandate al 2022.
SOMMARIO:
Introduzione
L’Italia e la Cina avevano raggiunto quella che sembrava essere un’ottima intesa culturale e turistica… prima del Covid. Il 15 e il 21 gennaio di quest’anno due cerimonie, rispettivamente a Pechino e Roma, avevano inaugurato l’anno della cultura e del turismo Italia-Cina 2020. Quella tenuta nella capitale italiana era stata una grande manifestazione all’Auditorium Parco della musica, alla presenza dei ministri dei Beni culturali e del turismo dei due Paesi, Dario Franceschini e Luo Shugang.
Un anno volto ad avvicinare i due popoli, ad intensificare la già grandissima attenzione verso l’Italia e a far fluire e conoscere la cultura cinese nel Bel Paese. Non è tutto perso, ma solo posticipato al 2022.
Il contesto
Nel 2017, 1,5 milioni di turisti cinesi hanno visitato l’Italia. Nel 2018, il nostro Paese è stato il terzo in Europa più visitato da turisti cinesi e nel 2019 sono stati 550 mila quelli che hanno scelto il Bel Paese come meta dei loro viaggi, a cui bisogna aggiungere quelli provenienti da altre mete. Gli italiani che hanno visitato la Cina nel 2019 sono stati invece 280 mila.
Le mete più gettonate sono state le città d’arte, come Roma, Venezia, Firenze e Milano. Quest’ultima la più visitata, in quanto simbolo di città della moda e dello shopping. Tuttavia, il problema di queste splendide città è il sovraffollamento. Roma, Shanghai e Venezia in particolare stanno già soffrendo. Per questo motivo, uno degli obiettivi dell’anno della cultura e del turismo Italia-Cina è quello di riorganizzare i flussi turistici per valorizzare i centri minori di entrambi i Paesi e puntare sul turismo sostenibile.
Novità
Delle novità in questo periodo di incertezza e stallo arrivano dalle nostre istituzioni in Cina e da Ctrip, il più grande conglomerato di servizi per il turismo – oltre 40.000 dipendenti nel mondo, una sede a Milano e 400 milioni di utenti.
Nelle scorse settimane il gruppo cinese ha lanciato un piano operativo di ripresa da 141 milioni di dollari. Successivamente, l’Ambasciatore d’Italia a Pechino, Luca Ferrari, e il Console Generale a Shanghai, Michele Checchi, hanno incontrato la CEO della società cinese, Jane Sun, con la quale hanno discusso di come favorire sinergie tra l’ambizioso programma di ripresa e le attività dell’ENIT, che a breve aprirà un ufficio a Shanghai e con il quale Ctrip ha firmato un Memorandum d’intesa per la promozione turistica nel marzo 2019.
A conclusione dell’incontro, l’Ambasciatore Ferrari ha commentato: “siamo già al lavoro per riattivare i flussi turistici cinesi verso l’Italia. Nel 2022 avremo l’anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina, che abbiamo dovuto posticipare visto l’insorgere della pandemia da COVID-19. L’Italia era diventata la prima meta di destinazione europea per i cittadini cinesi e intendiamo mantenere saldo questo primato attraverso una serie di attività, inclusa la proficua collaborazione tra Ctrip e il costituendo Ufficio ENIT a Shanghai.”
Social network e turismo
Chi afferma che il mercato del turismo cinese si raggiunga online, esprime qualcosa di estremamente valido, visti i trend di questi ultimi anni. Internet è infatti lo strumento principale per il turista cinese.
Il 50% dei turisti cinesi che intendono visitare un paese straniero, scelgono la propria destinazione online. Il primo step è la ricerca delle informazioni necessarie, successivamente prenotano voli e hotel su app e siti dedicati.
Ma come avviene il processo decisionale? Come per la maggior parte dei prodotti acquistati online, ovviamente! Controllando i social network, leggendo recensioni sui luoghi e la reputazione dei servizi di agenzie di viaggio, guardando le esperienze di altri viaggiatori, etc. Infine, i turisti cinesi si rivolgono al proprio network di conoscenze.
Per costruire abbastanza fiducia quindi servono due fattori chiave: qualità delle informazioni in rete e capacità di comunicazione dell’azienda. Con ciò si intende una forte presenza sui social network cinesi per aumentare in positivo la percezione del brand e costruire relazioni di fiducia tramite interazione di qualità.
In Italia da qualche tempo l’attenzione è tutta incentrata su WeChat, l’app maggiormente usata dai cinesi per prenotare, chattare, pagare e raccontare le loro esperienze di viaggio.
Un’iniziativa interessante è WeChat Tourism, nata a giugno 2020 dalla collaborazione tra lo specialista nel campo della digital customer experience Neosperience e Tencent. L’iniziativa nasce sotto il patrocinio dell’Enit e ha l’obiettivo di rilanciare il turismo, che parte dalla Cina e dai turisti cinesi, per promuovere il patrimonio artistico, culturale e naturalistico italiano. Saranno l’app di messaggistica e altri servizi digitali di Tencent a “guidare” i turisti cinesi verso la destinazione italiana prescelta.
Nonostante WeChat sia ancora leader in termini di utilizzo (1 miliardo di utilizzatori), non lo è più in termini di innovazione. Oltre ad esso infatti vi sono almeno una dozzina di altri social media in Cina che offrono servizi e raggiungono nicchie diverse. Si pensi ad esempio al fenomeno TikTok/Douyin e alla galassia dei social cinesi che hanno funzioni simili. WeChat resta fondamentale, ma un buon posizionamento su social meno affollati dai concorrenti potrebbe essere la strategia vincente.
Live-streaming
In ogni caso, che sia su WeChat o su un’altra piattaforma, ciò che conta è non smettere mai di comunicare. I turisti cinesi sono ancora bloccati in Cina, certo, ma grazie ai canali digitali che hanno visto un enorme sviluppo in questo periodo di crisi, si può colmare la distanza. Una modalità che è diventata molto popolare è il live-streaming, che in Cina viene utilizzato principalmente per le vendite e-commerce e che ha contato 560 milioni di spettatori a marzo 2020.
Nel turismo è la diretta, utilizzata da Online Travel Agencies (OTA) come Mafengwo (马蜂莴), che ha registrato una crescita del 108% ad aprile 2020. La maggior parte delle live sono realizzate da host cinesi che mostrano e spiegano in tempo reale le attrazioni di destinazioni straniere e locali. Gli host tendono ad essere madrelingua e solitamente sono guide turistiche, influencer cinesi (KOL), residenti o studenti cinesi.
Fliggy (飞猪) di Alibaba invece permette agli operatori turistici di creare una vetrina online e comunicare con gli utenti. Con lo scopo di “portare” l’Europa ai turisti cinesi, Fliggy ha sviluppato delle partnership con organizzazioni di viaggio europee. “Il live-streaming è il modo migliore per fornire un modo dinamico e interattivo per coinvolgere i futuri viaggiatori dando agli spettatori un senso di come ci si sente ad essere in un determinato luogo, in tempo reale.” Ha dichiarato il team di Fliggy in un’ intervista per il Jing Travel.
Da maggio, Fliggy ha trasmesso live-streaming dalla Serbia, Finlandia, Germania e Regno Unito, oltre che da alcune delle più importanti destinazioni culturali del continente, tra cui la Reggia di Versailles, il British Museum e il Prado di Madrid.
Conclusioni
L’auspicio è che i grandi progetti come l’Anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina 2020, ora 2022, non siano solo passerelle, bensì un ponte tra culture di due Paesi differenti, ma accomunati da un patrimonio artistico e culturale inimitabile.
I social media potranno essere gli alleati per veicolare le proposte assieme alle informazioni necessarie a un turista che è diventato molto più sensibile e smart che in passato. Sarà fondamentale quindi l’integrazione tra online e offline per la ripresa e lo sviluppo dell’industria turistica.
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Fonti:
Appassionata di lingue straniere, in particolare del cinese mandarino. Neolaureata in Lingue, Economie e Istituzioni dell’Asia e dell’Africa Mediterranea curriculum Language and Management to China presso l’università Ca’ Foscari di Venezia.