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Il Tour Europeo del Ministro degli esteri Wang Yi

Il Tour Europeo del Ministro degli esteri Wang Yi

Il tour europeo di Wang Yi

Il tour europeo del Ministro degli esteri Wang Yi nel Vecchio Continente allo scopo di “controllare i danni” della nuova Guerra Fredda, promuovere il multilateralismo e stabilizzare la supply chain, ha toccato Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Francia e Germania.

SOMMARIO

Introduzione

Definito da ISPI la controffensiva cinese al boicottaggio Usa, il tour europeo del Ministro degli esteri cinese Wang Yi è iniziato il 25 agosto a Roma e si è concluso il 1 settembre a Berlino.

Oltre all’Italia e la Germania, il Ministro degli esteri cinese ha visitato anche i Paesi Bassi, la Norvegia e la Francia.

Di Maio e Wang Yi

L’Italia ha rappresentato una scelta strategica come prima tappa del viaggio di Wang Yi. Non solo è stato il primo paese europeo a soffrire dell’epidemia di coronavirus, ma è anche l’unica nazione del G7 ad aver firmato un memorandum d’intesa a sostegno della Belt and Road Initiative cinese.

L’incontro tra i due Ministri degli esteri ha portato a nuovi accordi su gas e agroalimentare. In particolare, Snam e PipeChina (China Oil and Gas Piping Network Corporation) hanno sottoscritto un memorandum of understanding che prevede che Snam – già attiva in Cina – possa fornire a PipeChina supporto tecnico per la realizzazione, la gestione e la manutenzione di infrastrutture di trasporto, rigassificazione e stoccaggio del gas naturale.
Per il settore agroalimentare, è stata firmata un’intesa per l’export di kiwi italiano in Cina.

Sul tema Hong Kong, Di Maio ha preso una posizione netta dichiarando che “è indispensabile preservare l’alto grado di autonomia e libertà. Seguiremo con molta attenzione i risvolti della nuova legge sulla sicurezza nazionale” e “Ho ribadito che con i partner europei riteniamo che stabilità e prosperità di Hong Kong, sulla base del principio un Paese due sistemi, siano essenziali”.

Inoltre, il Ministro italiano ha anche espresso il riallineamento Italia-USA con le parole “la nostra appartenenza all’Ue e alla Nato è più solida che mai”.

L’elefante nella stanza – il 5G – non è stato menzionato, in parte a causa della posizione non propriamente netta dell’Italia. È interessante notare, tuttavia, come la portata e l’ampiezza dello scambio Cina-Italia siano diminuite nell’ultimo anno.

Le tappe successive del tour: Paesi Bassi e Norvegia

Durante le visite nei Paesi Bassi e in Norvegia, i temi trattati sono stati per lo più di natura economica e commerciale. La Cina e i Paesi Bassi si propongono di unirsi per affrontare l’impatto e le sfide per il mondo create dall’unilateralismo, rispettare e praticare il multilateralismo, salvaguardare il libero scambio, sostenere la concorrenza leale e promuovere la costruzione di una comunità dal futuro condiviso per l’umanità.

Mark Rutte, Primo ministro dei Paesi Bassi, ha accennato all’asse Ue-Cina-Stati Uniti affermando che le tre parti dovrebbero rafforzare la comunicazione e il coordinamento invece di allontanarsi l’una dall’altra.

Il Governo norvegese ha sottolineato il rafforzamento della cooperazione con la Cina, in particolare sulle questioni marittime e sulla ricerca e sviluppo del vaccino contro il coronavirus. Sia il Primo ministro Erna Solberg che il Ministro degli esteri Eriksen Søreide hanno espresso la speranza che un accordo di libero scambio tra Cina e Norvegia possa essere raggiunto al più presto.

Le tappe successive del tour: Francia e Germania

Diversi i dossier sul tavolo, di cui il Ministro Wang ha discusso con il Presidente francese Macron e il suo Consigliere diplomatico Emmanuel Bonne:

  • Una nuova cooperazione bilaterale nello sviluppo di un vaccino “per prevenire future pandemie”;
  • La ricerca di una più stretta collaborazione in materia di “salute pubblica, cambiamento climatico, biodiversità”.
  • L’implementazione della “Iniziativa per la sospensione del debito all’interno del quadro G20″. Un mutuo riconoscimento delle sfere di influenza che Francia e Cina vantano rispettivamente in Africa settentrionale e centro-orientale.

La questione di Hong Kong non è stata toccata e la stampa francese non ne fa menzione.

Riguardo il 5G, Macron ha parzialmente rotto gli indugi durante il faccia a faccia con Wang. Parigi non metterà al bando le aziende cinesi. Tuttavia lavorerà senza sosta per trovare un’alternativa “made in Eu”. Il Governo francese ha poi chiuso il sipario a Huawei nella pubblica amministrazione. Gli operatori francesi possono firmare contratti con il colosso di Shenzhen, ma solo per otto anni.

Nella capitale tedesca Wang Yi ha incontrato l’omologo Heiko Maas. Wang ha sottolineato che la Cina lavorerà con la Germania per migliorare gli scambi tra le persone, i think tank, i media, gli accademici e gli istituti di ricerca dei due paesi.

Tuttavia, i temi più “scottanti” affrontati dal Ministro tedesco anche in questo caso hanno riguardato la nuova legge di sicurezza a Hong Kong e il trattamento della minoranza musulmana degli uiguri nella provincia autonoma dello Xinjiang. La risposta di Wang Yi  è stata molto netta e ha sottolineato che si tratta di affari interni che non meritano interferenze straniere.

Conclusioni

Risulta difficile stabilire il successo del tour europeo de Ministro Wang Yi. In molti erano pronti a scommettere che Roma e Berlino sarebbero risultate le capitali “più facili”. Tuttavia, è andata diversamente, visto “il ricevimento di seta” a Parigi: l’accoglienza del Presidente Macron in persona; nessun riferimento formale a Hong Kong; nessuna conferenza stampa o dichiarazione ufficiale; nessuna menzione del tema del 5G.

Ciò che è certo è che sia Pechino che le capitali Europee sono in attesa di una persona… Joe Biden. La vittoria democratica negli Stati Uniti “potrebbe cambiare tutto” in termini di cooperazione transatlantica.



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